DONNE IN MARCIA. Sulla Croisette, l’attrice non schiva gli argomenti più «caldi». Com’è cambiato il ruolo delle donne alla luce della mobilitazione mondiale del movimento #MeToo? «Serviranno ancora dei grandi cambiamenti perché si possa parlare di parità tra i sessi», risponde, «ma io credo fermamente nell’eguaglianza e penso che si debbano aprire le porte senza avere fretta». Quanto al cinema, Julianne non si ferma un attimo: dopo Gloria Bell del regista cileno Sebastian Lelio, ha girato il remake americano di Dopo il matrimonio, La donna alla finestra e sarà l’icona femminista Gloria Steinem in The Glorias: a Life on the Road diretto da Julie Taymor. «Da un paio d’anni sono diventata produttrice e ho deciso di lavorare soprattutto con le registe», spiega, «perché voglio contribuire ad incrementare la rappresentazione delle donne. E’ un cambiamento molto importante, per me. Ad eccezione del mio agente, tutti i miei affari sono gestiti da femmine».
IL SEGRETO. Il suo segreto? «Non mi arrendo mai. Lo dico sempre agli studenti di cinema che mi chiedono consigli: non piangetevi addosso quando sbagliate. Se ti è venuto male un personaggio, nessun dramma: ricomincia e trova la tua strada per interpretarlo». Il cinema, secondo Julianne, è fatto non soltanto di talento ma anche di studio. «Un attore», spiega, «deve conoscere tutto del set, dal linguaggio all’inquadratura». Ed è convinta, da grande interprete di film d’autore, che la poesia «sia una caratteristica intrinseca del mio mestiere. Quando interpreto un personaggio, esprimo la mia personale visione del mondo e invito gli spettatori a condividerla». Ma attenzione a prendere troppo sul serio un personaggio, un film, una storia raccontata sullo schermo: «Se c’è una cinepresa nella stanza, la realtà non esiste più: tutto, anche il documentario, è pura finzione».
IL RIFIUTO. E se qualcuno chiede a Julianne qual è l’aspetto migliore del suo lavoro, l’attrice esclama: «La possibilità di imparare ogni volta qualcosa di nuovo. E di sperimentare il lavoro di squadra. Un film è il frutto dell’impegno di tante persone, un fatto che mi sembra eccitante e stimolante». Ma nella sua straordinaria carriera c’è anche posto per le delusioni. «Avrei dovuto interpretare Copia originale prima che venisse scelta Melissa McCarthy (poi candidata all’Oscar, ndr)», racconta Julianne. E perché non l’ha fatto? «Contrariamente a quello che si è detto, non sono stata io ad abbandonare il progetto. Lo ha deciso la regista Nicole Holofcener, a sua volta poi sostituita da Marielle Heller. Probabilmente non le piaceva il mio modo di recitare». E lo dice con un sorriso. «Il cinema non è la realtà. Tantomeno una terapia per curare le nostre frustrazioni».
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