Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss per “Matrix Resurrections”: «Niente conforta di più l'ansia che la nostalgia»

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Giovedì 30 Dicembre 2021, 10:11

Quanti di noi in un mondo allo sbando, che prova ad adattarsi alla pandemia, non si è sentito almeno una volta perso? E in quanti, almeno una volta, non si sono rifugiati in un ricordo, in un film, crogiolandosi un po’ in quella malinconia agrodolce? «Niente conforta di più l'ansia che la nostalgia» profetizza Neil Patrick Harris, che in Matrix Resurrections, interpreta l’Analista, figura centrale in questo quarto capitolo che riporta la saga di Matrix al cinema dopo due decadi.

«La nostalgia può essere uno strumento potente. Può esserlo, al pari del patriottismo» commenta Keanu Reeves, aka Neo, durante la nostra video intervista. Insieme a Carrie-Anne Moss, che interpreta Trinity, sono tornati dopo vent’anni nuovamente nella Matrice. Altro aspetto interessante del film è come Matrix sia sempre come un riflesso del nostro presente facendoci riflettere sulla nostra realtà. Un'altra citazione dell'Analista porta a riflettere sul mondo che conta davvero, quello che costruiamo nella nostra mente, e che i nostri sentimenti non fanno che convalidare. Tradurre questo nella nostra realtà porta a pensare che siano i social media il nostro Matrix. Perché proiettiamo in essi la versione che vogliamo di noi stessi. Per Neil Patrick Harris non potrebbe essere altrimenti: «È uno strano momento per le notizie per l'informazione perché non è solo la notizia, ci si basa molto anche sugli algoritmi. In più ora che la realtà virtuale sta diventando così comune siamo davvero in grado di definire come vogliamo essere visti. E non deve assomigliare a noi, perché possiamo vivere l'intera esistenza come una diversa versione di noi stessi, e questo viene incoraggiato. Quindi lo trovo affascinante».

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A sorprendere tutti Jonathan Groff (voce originale di Khristoff in Frozen e attore di punta a Brodway, che nel film interpreta la nuova, e ancor più temibile, versione dell’antagonista: Mr. Smith): «Non sono sui social media. Quando sono nati ero al liceo, sono classe 1985, ma ho vissuto in un armadio nei miei primi vent’anni, l’età in cui si salta su quelle piattaforme inizialmente, ma non mi sentivo a mio agio a esporre pubblicamente il mio vero io». In piena distopia di fine millennio, in uno dei manifesti della cultura cyberpunk, Matrix ha sempre avuto un nucleo centrale che trascende tutto quel mondo futuristico dominato dalle macchine, l’amore fra Trinity e Neo, in particolare il sostegno che si danno l'un l'altro. Motivo che ha spinto Keanu Reeves a tornare nuovamente nei panni di Neo: «Sì, è vero. Assolutamente. Parlando con Lana Wachowski quell'aspetto di Trinity e Neo, e l'amore che li lega, era il motivo principale per cui ha voluto fare questo film, anche il modo in cui esplora e rivela questo rapporto, la relazione tra Trinity e Neo, e l'idea di amore è in primo piano nel film». Matrix Resurrections è in sala dal 1 gennaio, distribuito da Warner Bros. Italia.

(Servizio a cura di Eva Carducci)

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