Il regista Danny Boyle: «Trainspotting 2, come siamo diventati vent'anni dopo»

I quattro protagonisti di "T2 Trainspotting"
di Gloria Satta
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Martedì 31 Gennaio 2017, 14:01 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 20:22

Sono tornati. Con oltre vent’anni di più e i fallimenti di sempre. Renton il traditore, Begbie il violento, Spud il lunare, Sick Boy ossigenato e nichilista: gli antieroi di “Transpotting”, il film che, ispirato al romanzo-capolavoro di Irvine Welsh, nel 1996 infiammò il pubblico del mondo intero raccontando le imprese dei giovani senza ideali, drogati, arrabbiati della periferia di Edimburgo, sono ora i protagonisti di “T2 Trainspotting 2”, uno dei sequel più attesi degli ultimi tempi. Uscirà nelle nostre sale il 23 febbraio e il regista Danny Boyle, nel frattempo diventato uno dei big del cinema (nel 2008 il suo “The Millionaire” vinse 8 Oscar) è venuto a Roma per lanciare il film. Ancora interpretato da Ewan McGregor, Ewen Bremner, Jonny Lee Miller e Robert Carlyle.
 

 

«Ci ho messo tanto a girare il seguito - ha spiegato Boyle a Roma nella scenografia post-urbana del Guido Reni District, l'ambiente che è stato scelto per incontrare la stampa e sembra preso di peso da “T2 Trainspotting”, - perché non volevo rischiare di sbagliare e deludere i numerosissimi fan del primo film». Un tentativo di sequel ci fu già nel 2007: «Volevo ispirarmi ad un altro romanzo di Welsh, "Porno", ma l’adattamento cinematografico non era venuto bene. Così, due anni fa, siamo tornati tutti a Edimburgo e dopo una settimana di sopralluoghi lo sceneggiatore John Hodge ha scritto una storia più personale: funzionava».

I protagonisti. Per i quattro protagonisti, che si ritrovano vent’anni dopo, si tratta della resa dei conti. Nel primo film Renton li aveva traditi scappando con i soldi. «Il dolore, la perdita, la gioia, la vendetta, l’odio, l’amicizia, l’amore, il desiderio, la paura, il rimpianto, l’eroina, l’autodistruzione e la minaccia di morte: ora sono tutti in fila per dargli il benvenuto», dice il regista.

«Spero che il pubblico capisca che il film ha per protagonista l’essere umano e il modo in cui affronta l’età adulta: noi uomini, che non mettiamo al mondo i figli, siamo meno bravi delle donne ad invecchiare». Come sono cambiati i quattro protagonisti? «Sono i falliti di sempre. L’arroganza giovanile, l'antico modo di prendersi gioco della vita hanno lasciato il posto a crisi d’ansia, alla consapevolezza di non aver combinato niente di buono».

Il regista. Il contesto, la periferia degradata di Edimburgo, gioca un ruolo fondamentale: «Ma il mio non è un film sociale alla Ken Loach, i protagonisti vivono in una bolla al di fuori del mondo reale», dice Boyle. Anche lo scenario geo-politico è cambiato: «Abbiamo girato "T2 Trainspotting” mentre la Gran Bretagna votava la Brexit», aggiunge il regista, che ammette di essere cambiato anche lui: «Ora sono tecnicamente più esperto, ma non significa che faccia dei film migliori: ho sicuramente perso l’innocenza degli inizi, quando perfino gli errori ti permettono di ottenere risultati incredibili».

Colonna sonora. Un punto di forza di “T2 Trainspotting” è la colonna sonora: insieme con “Radio Gaga” dei Queen ne fanno parte brani di culto come “Lust For Life” di Iggy Pop, “Relax” dei Frankie gose to Hollywood, “Shotgun Mouthwash” di High Contrast, “Dreaming” dei Blondie”, “Rain or Sgine” dei Young Fathers, “Slow Slippy” (Underwood). «E pensare che nel primo film non avevamo potuto permetterci Radio Gaga - racconta Boyle - e solo con l’intercessione di David Bowie, fan del mio film d’esordio “Shallow Grave”, avevamo avuto gli altri brani a prezzi stracciati».

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