"Il professore cambia scuola"
se sono gli studenti a insegnare

Denis Pdalydès con Abdoulaye Diallo in una scena del film "Il professore cambia scuola"
di Gloria Satta
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Mercoledì 30 Gennaio 2019, 08:14
PARIGI
La scuola, luogo privilegiato del confronto ma anche dello scontro tra generazioni e culture, continua ad affascinare il cinema.La classe di Laurent Cantet nel 2008 vinceva la Palma d’oro a Cannes e inaugurava un piccolo ”filone” dedicato alle scuole multietniche, una realtà sempre più diffusa nel nostro Continente: in Italia, sulla scia di quel successo, abbiamo visto La mia classe di Daniele Gaglianone con Valerio Mastandrea prof motivatissimo di un gruppo di extracomunitari. Ora arriva, nuovamente dalla Francia, un film che torna sull’argomento con intelligenza, il tono lieve della commedia e l’impeccabile interpretazione di Denis Podalydès: Il professore cambia scuola, regia di Olivier Ayache-Vidal, un passato d’insegnante. Sarà in sala il 7 febbraio preceduto (il 1°) da una proiezione al cinema Lux per studenti e professori romani, tra cui Enrico Castelli Gattinara.
LICEO-BENE. Podalydès, 55 anni, uno degli attori francesi più versatili, interpreta il figlio di un famoso scrittore e insegna letteratura agli studenti-bene di Parigi nel prestigioso liceo ”Henri IV” in cui hanno studiato politici come Emmanuel Macron, scrittori come Guy de Maupassant e altre personalità nazionali. Un giorno, per far colpo su una funzionaria del ministero, il nostro eroe si lancia in dichiarazioni di principio che lo catapultano nella scuola più disagiata della banlieue. Dapprima tenta di dominare quella realtà sconosciuta, decisamente ostile applicando metodi inadeguati e fallimentari, poi intraprende la strada dell’empatia e della comprensione. Alla fine dell’”esilio” in periferia, insieme con i suoi problematici studenti sarà cambiato anche lui. E forse più di loro.
«Pensare che anch’io ho studiato al liceo ”Henri IV” e ho incontrato professori che somigliavano al mio personaggio, tant’è vero che ho improvvisato la prima scena del film, ambientata nei corridoi della scuola: mi è sembrato di fare un salto indietro nel tempo», racconta Podalydès, attualmente impegnato a teatro, a Parigi, nello spettacolo La Nuit des Rois. «Per molto tempo, prima di venire folgorato dalla recitazione, avevo pensato di salire in cattedra come mia madre, insegnante d’inglese. E oggi soffro nel vedere la sua categoria bistrattata e sottopagata».
Il film, aggiunge l’attore, «ha il merito di restituire valore alla figura del professore senza cadere nei cliché. Per girarlo, ho passato molte settimane con i giovanissimi protagonisti che vivono nella bannlieu, dove prevale una visione pessimista e violenta della società. Molti professori non vorrebbero mai lavorare là, ma io ho imparato molte cose». Quali? «Con una ragazza musulmana, tra le più dotate della scuola, ho parlato a lungo di politica, vita, religione: la sua idea romantica del velo, inteso come simbolo di identità e libertà, ha cambiato per sempre la mia immagine delle donne a capo coperto».
PRESIDENTE INNAMORATO. Nel 2011 Podalydès ha interpretato il presidente Nicolas Sarkozy, all’epoca in carica, nella commedia di Xavier Durringer La Conquête (la conquista) che raccontava i patemi amorosi del primo cittadino francese, in via di separazione dalla seconda moglie Cécilia. Il film venne presentato a Cannes senza suscitare polemiche: «L’Eliseo non disse nulla per non ostacolare la nostra libertà di espressione», racconta l’attore. Ma Sarkozy l’ha mai incontrato? «Quando non era più presidente. E’ stato simpatico, mi ha fatto i complimenti e mi ha chiesto quali fossero state le scene più difficili da interpretare. Ho risposto: quelle nell’intimità. Sono uscito contento dall’incontro. E lui è diverso da come l’immaginavo: appare più muscoloso e prestante, un atleta della politica».
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