Esce "Hometown", Barbareschi: "Tra ricordi
ed emozioni il ritorno a casa del mio amico Polanski"

Roman Polanski e Ryszard Horowitz nel film "Hometown - la strada dei ricordi"
di Gloria Satta
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Giovedì 26 Gennaio 2023, 15:40 - Ultimo aggiornamento: 15:44

Due artisti giganteschi, il loro toccante ritorno nella città natale di entrambi dopo 50 anni nel segno dei ricordi della comune infanzia e giovinezza segnate dall’Olocausto. Una bellissima storia di sopravvivenza e amicizia, un film che arriva dritto al cuore. Il regista premio Oscar Roman Polanski, 89 anni, e il grande fotografo Ryszard Horowitz, 83, che ha fatto fortuna a New York, sono i protagonisti dell’imperdibile ”Hometown - la strada dei ricordi”, appena uscito nelle sale distribuito da Vision (era stato presentato in anteprima alla Festa di Roma). Il film-documentario racconta il loro ritorno a Cracovia: i due artisti, parlando in polacco, ripercorrono insieme il ghetto ebraico costruito dai nazisti, incontrano persone legate al loro passato doloroso, si scambiano ricordi, aneddoti, riflessioni. Polanski, fuggito dal ghetto dopo la deportazione della madre nel lager, venne nascosto da una famiglia di contadini; Horowitz, internato ad Auschwitz, fu invece uno dei bambini salvati da Oskar Schindler, l'eroico imprenditore tedesco celebrato dal capolavoro di Steven Spielberg ”Schindler's List”. Ma il grande regista e il fotografo, benché commossi, ripercorrono le tragedie e i traumi che li hanno segnati con tono composto, lieve, a tratti sorridente. ”Hometown - la strada dei ricordi” è diretto dai giovani registi polacchi Anna Kokoszka-Romer, 34, e Mateusz Kudla, 31. Il produttore è Luca Barbareschi, da decenni amico di Polanski di cui ha prodotto anche il recente, magnifico ”L’ufficiale e la spia” e il fim ancora inedito ”The Palace” (atteso nelle sale ad aprile) di cui con Mickey Rourke, Fanny Ardant, John Cleese, Fortunato Cerlino è anche protagonista.
Com’è nata, Barbareschi, l’idea di ”Hometown”?
«Mentre Roman stava scrivendo ”The Palace”, i due giovani registi gli hanno proposto il progetto. E lui, colpito dalla loro sensibilità, ha deciso di fidarsi e ha accettato di tornare a Cracovia con l’amico d’infanzia Horowitz».
Ci sono stati momenti, durante le riprese, in cui la commozione ha preso il sopravvento?
«All’inizio abbiamo temuto che Roman venisse sopraffatto dai ricordi più dolorosi, ma l’ingenuità e la dolcezza dei due registi lo hanno messo in una condizione di assoluta serenità».
Da quanto conosce Polanski e lavora con lui?
«Ci siamo incontrati per la prima volta negli anni Settanta a Los Angeles, dove io studiavo recitazione all’Actor’s Studio di Lee Strasberg e lui era uno dei docenti. Da allora è nata la nostra amicizia che da una trentina d’anni è sfociata nel lavoro».
E cosa ha scoperto di lui girando ”Hometown”?
«Ho sempre conosciuto la sua sensibilità, la sua dolcezza ma grazie al documentario ho scoperto il mondo legato alla sua storia, alle sue ferite. E l’ho scoperto proprio camminando con lui per Cracovia».
E in questo viaggio nel passato, cosa ha emozionato di più il grande regista?
«La casa della madre, che venne uccisa in campo di concentramento».
Il film uscirà anche al di fuori dell’Italia?
«E’ stato venduto in tutto il mondo, tranne che negli Stati Uniti dove Roman continua ad essere bandito a causa della sua vicenda giudiziaria risalente a quasi 50 anni fa. E' un accanimento assurdo, se si tiene conto che paradossalmente la stessa vittima lo ha perdonato e ha chiesto di archiviare tutto».
Polanski come vive questa situazione che lo ha fatto espellere dall’Academy e in Francia gli ha procurato le contestazioni delle femministe?
«Come una follia totale, ma la accetta pensando che forse è il suo karma. Deve aver finito le lacrime: le ultime le aveva versate nel documentario-intervista ”Roman Polanski: a film memoir” che ho avuto l’orgoglio di produrre nel 2012».
Dopo ”The Palace” Polanski ha in mente un nuovo film?
«Alla viglia dei 90 anni, ha ancora tanti sogni.

Spero proprio che non gli manchi l’energia per realizzarli. Io sarò ancora accanto a lui».

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