Guido Caprino: "Per niente al mondo rinunciate al cinema"

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Giovedì 15 Settembre 2022, 23:51 - Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 00:00

L'Interrogazione del Messaggero stavolta tocca a Guido Caprino, attore siciliano che torna al cinema con un ruolo da protagonista - uno chef rampante del Nord Est opulento che attende la sua prima stella Michelin - in "Per niente al mondo" di Ciro D'Emilio nei cinema dal 15 settembre.

"Bernardo aveva scalato la vita partendo dal basso, con un senso del dovere che somiglia a quello che sento quando recito: si era guadagnato tutto. E tutto perde per un'ingiustizia che lo fa precipitare - racconta Caprino al Messaggero -. Il film racconta diventa un crime ma è la storia di un tentativo disperato di risalita dopo un errore giudiziario". Viene alla mente il dramma di Tortora, quando si guarda allo chef e rallysta Bernardo. Caprino, nato a Taormina e siciliano doc, si cala perfettamente in un uomo solido del Nord Est. Così come fu credibile nel Pietro Bosco, deputato leghista, della serie 1992. "Non esiste la dizione perfetta, bello invece raccontare l'Italia delle mille diversità linguistiche, economiche, sociali proprio dai territori e magari dai piccoli borghi di provincia e dai loro personaggi alla Dostojevski". Bosco e quel leghismo bossiano gli sono rimasti dentro: "Quella Lega non esiste più, in quel personaggio così duro c'era qualcosa che mi affascinava. Io credo nell'unità dell'Italia nella diversità dei luoghi e delle storie: e noi attori abbiamo questa missione di descriverli senza giudicarli". Sceglie un film icona: L'albero degli zoccoli, capolavoro di Olmi, girato in dialetto bergamasco. "Mi piace il cinema che sceglie un luogo per raccontare il tutto". 

Caprino è un tipo riservatissimo, raramente concede interviste e quasi mai deraglia sul personale. Racconta di avere una compagna e una figlia piccola di due anni e mezzo: gli occhi s'illuminano, ma non vuole sottolineare la cosa. Lo racconta perché la cosa gli sgorga da dentro, poi richiude la porta di casa. Una delle sue case, vicino Taormina dove è nato: "Una città bella e magica, come la Sicilia: eppure la mia terra se le vuoi davvero bene la devi amare e odiare allo stesso tempo. Diffidate dai siciliani che parlano solo bene della nostra isola: dobbiamo essere più duri con noi stessi per vederla crescere davvero, la Sicilia". 

Uno dei primi successi, il commissario Manara, poliziotto rock, aveva come ispirazione Frank Zappa: "Uno dei miei musicisti preferiti: uno che scriveva in un anno sei lp di sei generi diversi. Ho scelto che Manara si ispirasse a lui". Quando l'Interrogazione passa all'esame del mappamondo, Guido sceglie il Sudafrica: "Ci ho passato un anno, ho scoperto l'Africa e la sua forza primordiale, le sue contraddizioni enormi. E nel cuore m'è rimasto il mal d'Africa". 

Sogna - dopo tanti ruoli drammatici e profondi per Ammanniti (premier per Il Miracolo) o Bellocchio - una commedia: "Eccomi qui per la prova più difficile per l'attore: far ridere o sorridere: magari mi capitasse". 

Saluta chiedendo il primo piano alle telecamere dell'Interrogazione: "Il mio appello è perché la gente torni in sala, per vedere Per Niente al Mondo, ma anche gli altri film: se perdiamo questa occasione, con i biglietti a 3,5 euro dal 18, perderemo il cinema che senza la sala non è la stessa cosa". 

Chef Bernardo dice una cosa raggelante prima di sprofondare nel suo inferno nel film.  "A chi gli chiede di restare nell'ombra e attendere il suo momento, rispondo: era già il mio momento", dice Caprino ricordando il destino tremendo toccato al suo personaggio. In fondo, però, sente che questo è il suo momento: "Forse sì".

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