Gabriele Muccino attacca i doppiatori: «Film cacofonici, preso il controllo dell’opera creativa». L'associazione: non sa di cosa parla

Il regista torna ad attaccare, stavolta via social, i film non in lingua originale

Gabriele Muccino attacca i doppiatori: «Film cacofonici, preso il controllo dell opera creativa». L'associazione: non sa di cosa parla
di Ilaria Ravarino
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Sabato 7 Maggio 2022, 07:16 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 01:59

IL CASO
«Rispedisco al mittente le accuse e diffido ufficialmente Gabriele Muccino dal ripeterle. Credo che stia solo cercando visibilità». La guerra del doppiaggio, atto secondo. O meglio terzo, o quarto, perché non è la prima volta che il regista de L'ultimo bacio usa i suoi social per scagliarsi contro chi, di lavoro, usa la voce. Era già successo nel 2014, quando dalla sua pagina Facebook Muccino si era detto, senza troppi giri di parole, ferocemente contrario al doppiaggio: «Vedere un film doppiato è come spararsi in bocca aveva scritto allora perché mesi di lavoro del regista vengono annientati».

Un concetto che otto anni dopo ha voluto ribadire via Instagram, con un post pubblicato una settimana fa che ha fatto infuriare l'Associazione Nazionale Attori Doppiatori: oltre ad appellarsi ai suoi 202.000 follower, sconsigliando loro di guardare film doppiati («cacofonici» e «lontani dall'originale»), il regista ha accusato i doppiatori di aver «preso il controllo dell'opera creativa, non rispettandola» e soprattutto di averlo «boicottato», facendo cartello contro il suo film del 2015 Padri e Figlie, con Russell Crowe: «Ha un doppiaggio così mediocre da vergognarmi che venga trasmesso non in lingua originale».

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LA LOBBY
Dichiarazioni irricevibili secondo il presidente di Anad, Daniele Giuliani: «Non capisco cosa gli abbiamo fatto. Se fosse uno che non usa il doppiaggio, godrebbe anche della mia stima. Ma lui è uno che quando fa i film poi li doppia, perché sa che il film doppiato guadagna più del film originale». Quanto alle accuse di aver fatto cartello contro il film, «non è che la presunta lobby dei doppiatori abbia impedito ai bravi professionisti di prestargli la loro voce. Nessuno si è incatenato alle porte di Cinecittà per boicottarlo, non c'è stata la catena di Sant'Antonio contro Muccino: la reazione è stata spontanea. A forza di dire che il doppiaggio, cito testualmente, è merda che esce dalla bocca, i doppiatori gli hanno detto no grazie. Cosa si aspettava? Dopo anni di sparate sul settore, semplicemente il settore ha detto: chi ti si fila?». Solo Luca Ward, sempre secondo Muccino, avrebbe accettato di prestarsi al doppiaggio di quel film: «Come si permette Muccino a dire che chi ci ha lavorato l'abbia sabotato? Cosa pensa, che chi è andato a doppiare Padri e Figlie lo ha fatto intenzionalmente male? Non si deve azzardare».
L'ira dei doppiatori, proprio in questi giorni impegnati nel rinnovo del contratto collettivo nazionale, deriva anche, secondo Giuliani, dalla citazione «impropria» dei dati relativi al consumo di doppiaggio in Italia: «Muccino dice che siamo gli unici a doppiare ma non è vero, anzi, la pandemia ha sviluppato in tutto il mondo un bisogno nuovo di doppiaggio.

In Italia, secondo i dati forniti da Netflix, l'83% degli utenti vede opere doppiate. L'80% in Germania, il 78% in Francia, il 75% in Spagna. Ricordo poi che l'Italia è un paese in cui il 45% dei cittadini è analfabeta funzionale, e noi ci preoccupiamo della diffusione della lingua inglese?».

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LE SALE
Secondo i doppiatori, insomma, Muccino «conduce una battaglia su un territorio che non conosce. Dice che una volta nelle sale di doppiaggio ci andavano i grandi, mentre oggi ci va gente che storpia le traduzioni. Ma quelli erano grandi perché appunto avevano il controllo creativo dell'edizione italiana, ne erano direttori artistici. Oggi guai a cambiare, c'è un processo lunghissimo e il controllo dei dialoghi viene fatto dalle major americane: non è che abbiamo preso il controllo, lo abbiamo perso. Il settore sta facendo tanto per mantenere alta la qualità, noi stessi siamo i primi a lamentarci se i doppiaggi di certe serie vengono affidati a non professionisti. Muccino non ha la minima idea del settore. Non sa quello di cui parla». Ma il ping pong fra il regista e i doppiatori è destinato a non fermarsi qui, soprattutto in vista della nuova stagione della serie di Muccino, A casa tutti bene, trasmessa da Sky e venduta anche in altri paesi. «Muccino ha fatto una serie? Non so chi l'abbia doppiata e non sapevo nemmeno che fosse stata distribuita. Senza alcuna pressione di lobby io sinceramente non avrei piacere a doppiarla. E vorrei vedere il contrario. Se si mettesse nei nostri panni non lo farebbe nemmeno lui: se un attore gli dicesse che è scarso, e che i suoi film sono m che esce dalla bocca, lo chiamerebbe a fare il protagonista?».
 

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