Frémaux: "Pronti a tornare al cinema
le emozioni collettive ci servono"

Thierry Frémaux
di Gloria Satta
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Giovedì 31 Dicembre 2020, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 09:21

Alla fine di questo sciagurato 2020, Thierry Frémaux, il dinamico delegato generale del Festival di Cannes, ha affidato la sua riflessione al quotidiano francese "Le Journal du Dimanche". Partendo dalla considerazione che "è stata la Francia a inventare il cinema" grazie a i fratelli Lumière (prima proiezione pubblica a pagamento: 28 dicembre 1895, a Parigi), Frémaux ha sottolineato il fatto che le sale hanno appena compiuto 125 anni. "Ma la celebrazione dell'anniversario avviene con un po' di tristezza e molta malinconia", ha scritto, "perché nella prima volta nella storia sono chiuse. Quello che non era riuscita a fare la Seconda Guerra Mondiale, l'ha fatto il virus, insidiosamente, attraverso un avanti-e.indietro infernale".

Frémaux si riferisce alla prima chiusura, alla riapertura e alla successiva chiusura dei cinema. "Ci sarebbe stato un modo diverso di festeggiare l'anniversario dell'invenzione: non era così che avevamo previsto le cose", aggiunge il delegato generale di Cannes, "e come se non bastasse, gli esercenti e gli amanti delle sale sono costretti a guardare le piattaforme fare man bassa dei tesori di famiglia, i film, i cineasti e i cinefili".

Anziché i soliti articoli sulla morte del cinema, si aspetterebbe "un pensiero tenero, qualche parola di riconoscenza e che venga detto quello che la Settima Arte ha portato alla civiltà".

Invece hanno parlato gli spettatori: "Dopo il primo lockdown, sono tornati in sala, erano pronti a rifarlo ancora e sicuramente ci ritorneranno alla prima occasione. Perché se Lumière ha inventato la sala, il pubblico l'ha reinventata: con la sua presenza ne ha fatto la magia".

Costretto a cancellare la 73ma edizione nel maggio scorso a causa della pandemia, Frémaux ha fatto vivere comunque il Festival di Cannes divulgando la selezione ufficiale e accompagnando in giro per il mondo i film scelti. Alla fine di quest'anno, in attesa della 74ma edizione che tornerà finalmente in presenza, osserva nel suo articolo: "Le piattaforme, che non possono fare a meno dei "nostri" film, non rappresentano la rivincita di Edison: la televisione esiste dagli anni Cinquanta. Il cinema da molto prima". E conclude: "Di emozioni collettive, noi abbiamo sempre voglia. Nella loro assenza le sale, che sono le nostre case, le nostre chiese e i nostri riti, non sono mai state tanto presenti. Quando ci ritorneremo? E'  necessario farlo presto. Vogliamo tornare in un cinema che non abbia il bottone "pausa". Seduti accanto a qualcuno che non conosciamo. E ritrovare le promesse che il cinema ha sempre mantenuto e che non spariranno mai".

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