Francesco Rosi è morto il regista dei film inchiesta come "Le mani sulla città"

Francesco Rosi è morto il regista dei film inchiesta come "Le mani sulla città"
di Gloria Satta
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Sabato 10 Gennaio 2015, 12:40 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 12:12

Addio a Francesco Rosi: gravissimo lutto nel mondo del cinema e della cultura. Il regista è morto a 92 anni a Roma, assistito fino all'ultimo dai colleghi Marco Tullio Giordana, Roberto Andò e Giuseppe Tornatore. Napoletano, amico d’infanzia del Presidente della repubblica Giorgio Napolitano, ha caratterizzato la gloriosa stagione del cinema d’impegno civile, inaugurando la tradizione dei film-inchiesta di denuncia come La sfida, I magliari, Salvatore Giuliano, Le mani sulla città, Uomini contro, Il caso Mattei, Lucky Luciano, Cadaveri eccellenti, Tre fratelli, Cristo si è fermato a Eboli. L’ultimo, La tregua ispirato al romanzo di Primo Levi, è del 1997.

ll regista sarà celebrato in una cerimonia civile lunedì mattina, 12 gennaio, a partire dalle 9, alla Casa del cinema di Roma. Alle 12 lo ricorderanno i suoi amici più cari.

Sempre in prima fila contro la corruzione, le connivenze tra potere e criminalità e le ingiustizie, Rosi aveva avuto la nomination all’Oscar nel 1981 per Tre fratelli e ricevuto la Palma d’oro a Cannes nel 1972 per Il caso Mattei, il Leone d’oro a Venezia nel 1963 per Le mani sulla città e, nel 2012, il Leone alla carriera. Nel 2008 il festival di Berlino gli aveva tributato un Orso d’oro speciale per l’insieme dei suoi film.

L’ultima onorificenza, la cittadinanza onoraria di Matera, è del 2013.

Lucido fino all’ultimo, due anni fa il regista aveva partecipato al libro-intervista di Giuseppe Tornatore “Io lo chiamo cinematografo”. Nel 2010 aveva perso l’amata moglie Giancarla Mandelli in un incendio scoppiato nel loro appartamento di via Gregoriana. Rosi lascia la figlia Carolina, attrice. E il ricordo nel mondo intero della sua gigantesca figura di cineasta, intellettuale, cittadino.

«È un tristissimo giorno per il cinema mondiale che vede andarsene uno dei suoi maestri». Il ministro della cultura Dario Franceschini saluta così Francesco Rosi, sottolineando che il regista morto oggi a Roma «è stato un grande uomo di spettacolo, ha lavorato nella sua ricca carriera con gli altri grandi protagonisti del cinema italiano ed internazionale segnando intere generazioni di cineasti e avviando, in Italia, il filone del cinema d'inchiesta». Franceschini ricorda di aver incontrato l'ultima volta il regista «prima dell'estate in una bellissima serata a Roma in piazza San Cosimato a Trastevere dove i ragazzi del Cinema America gli hanno reso omaggio proiettando la pellicola 'Uomini contrò a testimonianza del suo grande impegno nella rappresentazione della storia e dei momenti più difficili del Paese». È stata «un'occasione molto toccante - prosegue- che mi ha confermato quanto la freschezza e la semplicità del suo messaggio è ancora oggi fortemente apprezzata dalle giovani generazioni». In quell'occasione, fa notare sempre il ministro, «intervenne con una lettera anche il Capo dello Stato, suo personale amico, che ne ha ricordato il forte impegno civile. Proprio oggi, nel giorno della sua scomparsa, è ancora forte l'attualità del messaggio di molti suoi film a partire da 'Mani sulla città'. Il suo stile elegante e indipendente - conclude- ci mancheranno».

«Con Rosi perdiamo un maestro, un uomo colto, lucido e di grande impegno civile. Il suo cinema ha rappresentato uno dei momenti alti della cultura italiana, conosciuta e amata in tutto il mondo. La sua scomparsa ci colpisce e addolora. Roma, sua città insieme all'amata Napoli, lo piange e gli rende omaggio ospitando la camera ardente e i funerali nella Casa del Cinema, uno dei luoghi di cultura che aveva sempre amato e che la sua famiglia ha scelto. Ci mancherà il suo sguardo lucido, quel suo modo schietto di raccontare la realtà, le sue idee fulminanti, il suo sorriso come la sua indignazione davanti alle ingiustizie. Roma perde un suo cittadino, un grande intellettuale, un amico». Lo affermano in una nota il sindaco di Roma, Ignazio Marino, e l'assessore alla Cultura, Giovanna Marinelli. ​

«Con la scomparsa di Francesco Rosi, il cinema italiano perde un grande protagonista, un maestro di racconti e di cultura . Regista e sceneggiatore, legato a Roma e al nostro territorio, Rosi ha raccontato con i suoi capolavori le pagine più vere, belle e drammatiche dell'Italia del dopoguerra. Ci lascia purtroppo un vanto della nostra cultura, da sempre capace di trasmettere ai giovani i profondi valori che l'hanno guidato nel corso della sua carriera. Ci stringiamo attorno alla sua famiglia, a cui faccio le più sentite condoglianze da parte dell'Amministrazione regionale». Lo afferma in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

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