«Ridere, ma sul serio», il ritorno di Ficarra e Picone con "Andiamo a quel paese"

«Ridere, ma sul serio», il ritorno di Ficarra e Picone con "Andiamo a quel paese"
di Gloria Satta
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 5 Novembre 2014, 05:28 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 22:38

Un paesino della Sicilia profonda, un gruppo di anziani, due disoccupati che hanno una pensata ”geniale” per sbarcare il lunario (uno di loro sposerà la vecchia zia dell'altro per campare con la sua pensione), un prete sorprendente, un carabiniere sempre all'oscuro di tutto, un barbiere pettegolo.

E un colpo di scena finale: Andiamo a quel paese, la nuova commedia di Ficarra & Picone, sarà nelle sale da domani con Medusa. È il sesto film che i due comici palermitani, anche registi, girano insieme.

Salvo Ficarra e Valentino Picone, entrambi nati nel 1971, formano una delle coppie più longeve (sono insieme da 22 anni) e inossidabili dello spettacolo italiano.

Sono venuti a trovarci in redazione e ci hanno raccontato Andiamo a quel paese e il loro sodalizio all'insegna della risata.

Il film, raccontano, è nato dall'osservazione della realtà: «I due protagonisti sono rimasti senza lavoro e decidono di lasciare la grande città, Palermo, per andare ad abitare in un piccolo paese dove la vita costa meno», dice Ficarra. «Ma l'unica cosa che trovano laggiù sono gli anziani e le loro pensioni», incalza Picone, «così Salvo mi convince a sposare la zia, una bella signora di 74 anni, in modo che la sua rendita possa passare di padre in figlio».

CRISI

Spunto comico ma non troppo: «Abbiamo voluto raccontare, con il tono leggero e tanta ironia, le difficoltà che oggi stanno vivendo i nostri amici e parenti, rimasti senza lavoro», spiega Ficarra. «Hai visto mai, il film potrebbe dare suggerimento agli italiani in crisi», ride Picone.

Il segreto della premiata ditta F & P sta nella complementarietà della vis comica della coppia: uno comincia e l'altro finisce, Ficarra fa il furbo e Picone l'ingenuo, all'occorrenza un po' scemotto. «Stiamo insieme da 22 anni ma sembrano 50», dice Salvo, «ci siamo conosciuti in un villaggio turistico dove io facevo l'animatore e Valentino il cliente. Non ci siamo lasciati più. Ormai nemmeno la prescrizione mi può salvare dal mio compare».

E come vi dividete i compiti, in scena e sul set? «A volte per caso, spesso per istinto», rispondono i due in coro.Litigate mai? «Solo per i ritardi cronici di Salvo», rivela Valentino.

Si difende il socio: «Sono un siciliano vero e detesto le scadenze troppo definite. Per me, un appuntamento alle 12 significa arrivare tra le 11 e le 14».

COMICITÀ

Raccontano che a Rosolini, il delizioso paese in provincia di Siracusa dov'è stato girato Andiamo a quel paese, sono stati accolti «come se fossimo i Beatles e tutta la popolazione si è messa con entusiasmo al servizio del film».

Una caratteristica della comicità di Ficarra & Picone è l'assenza di volgarità: per far ridere il pubblico non hanno bisogno di scurrilità o doppi sensi. «Non è che tagliamo le battute più spinte», spiega Picone, «a dire la verità non ci vengono proprio.

Ma attenzione, sul concetto di volgarità bisogna intendersi. Benigni, per esempio, può dire cose terribili senza risultare offensivo».

Malgrado il successo, Salvo e Valentino continuano a vivere a Palermo. «Non ho mai pensato di traslocare in un'altra città per pigrizia», fa Ficarra. «Stesso discorso per me», aggiunge Picone, «vivo a Palermo anche se sono nato a Misilmeri, un paese distante pochi chilometri, perciò Salvo mi considera un barbaro».

STRISCIA

A fine febbraio Ficarra & Picone torneranno a condurre Striscia la notizia su Canale 5. «Lo facciamo da una dozzina d'anni», raccontano, «e ogni volta proviamo l'adrenalina della diretta: non sai mai cosa può succederti mentre commenti l'attualità. Questa esperienza tv ci ha insegnato a non prenderci sul serio: gli autori di Striscia aspettano solo un nostro scivolone per massacrarci senza pietà. Allora, per non sbagliare, ci rifiliamo a vicenda dei calcioni sotto al bancone».

Tornando al film, interpretato anche da Lily Tirinnanzi, Mariano Rigillo, Francesco Paolantoni, Tiziana Lodato e Nino Frassica, qual è una buona ragione per vederlo? «Ti parla di cose serie con leggerezza, ti aiuta a prendere la vita con un sorriso».