Roma, dalla Tangenziale al palazzo della Regione Lazio: i set del ragionier Ugo Fantozzi

Roma, dalla Tangenziale al palazzo della Regione Lazio: i set del ragionier Ugo Fantozzi
di Laura Bogliolo
5 Minuti di Lettura
Martedì 4 Luglio 2017, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 13:05

«Coraggio ragioniere! È la frase che dovevamo gridare dalla finestra, facevamo il tifo per Fantozzi mentre si calava dal balcone e tentava di prendere al volo l'autobus per non arrivare tardi al lavoro. La scena venne girata in un giorno, io avevo 8 anni e mi diedero cinque mila lire per fare la comparsa. Paolo Villaggio era un signore simpatico, umile». Quel balcone, dopo più di quarant'anni, riesce ancora a regalare un po' di sollievo ai romani, guerrieri silenziosi addestrati alla rinuncia che ogni giorno restano incastrati nel traffico sulla Tangenziale per raggiungere l'ufficio. E appare addirittura su Google Maps se si digita Balcone di Fantozzi Rag. Ugo.

 

LO STORICO CIAK
«Paolo Villaggio era accucciato, nascosto dietro il guard-rail: il salto dal balcone lo fece una controfigura». Quella scena è diventata quasi un mantra per gli impiegati stressati e quando Stefano Tilli, oggi musicista, ne svela i segreti si emoziona. Abita ancora in via degli Orti Variani, al civico 21, nell'appartamento sopra quello del ragionier Fantozzi e nel film è il ragazzino con i capelli lunghi affacciato alla finestra accanto al papà che esorta Ugo a compiere l'impresa che ancora oggi è una sfida: guadagnare minuti per timbrare in tempo il cartellino considerando il traffico e la guerra attualissima per riuscire a conquistare un posto a bordo di un bus. L'ironia visionaria del geniale artista genovese, ma romano d'azione, continua ancora oggi a raccontare la mediocrità che c'è in ognuno di noi, ma anche i mali della Capitale, un po' tragica, un po' sarcastica.

«LA MIA ROMA»
«Cos'è Roma? La mia città». Paolo Villaggio lo disse senza esitazioni in un'intervista telefonica rilasciata a un perfetto sconosciuto. «Trovai il suo numero sull'elenco telefonico, temevo potesse essere un po' brusco, invece fu molto gentile» racconta Gianfranco Gramola che ha raccolto per anni testimonianze di personaggi famosi sul sito Intervisteromane.it.
Il mare del ragionier Fantozzi era Ostia e non Fregene «perché lungo la strada, nei pressi della Piramide, c'è un porchettaio di Ariccia che vende una porchetta sublime» disse. Nel 1959 Villaggio arrivò nella Capitale. «Ho abitato prima in via Trionfale, poi in via Giacinto Pezzana - spiegò nell'intervista del 1998 - ora sto vicino all'incantevole parco di Villa Ada». Villaggio scelse un palazzetto stile Liberty di via Anapo, nel quartiere Trieste. Spesso lo si incontrava al mercato di via Chiana o, più distante, a un bar di piazza Carracci. «Una volta trovò il bagno occupato e iniziò a recitare Fracchia: con voce sfiatata mi chiese se potevo aiutarlo - racconta ridendo Paola, l'ex barista - era simpatico, umile, forse un po' malinconico e solitario». Tra i posti preferiti di Villaggio c'era il quartiere Prati «con il suo mercato e le sue fiaschetterie. Ecco, lì c'era sempre un profumo di porchetta calda che mi faceva venire l'acquolina in bocca. Ho sempre avuto un debole per la porchetta».
I romani, invece, hanno sempre avuto un debole per Fantozzi, per l'arrivo trafelato in ufficio sul set della sede della Regione Lazio di viale Cristoforo Colombo dove oggi si va ai fantozziani 30 chilometri all'ora. Per la corsa lungo il corridoio per timbrare il cartellino nella scena girata nel palazzo della Regione alla Pisana o per la fuga con funi dalle finestre dell'ufficio a fine giornata dal palazzo su lungotevere Thaon di Revel. Un debole per il calcione ai principi assoluti del virilismo che in Fantozzi scompaiono, un debole catartico per il ragionier Ugo che faceva e fa apparire meno dolorosi i mali inferti dai superiori «Gran Mascalzon., Lup. Man., Pezz. di Merd., Dottor Barambani». Impacciato, sconfitto, nel suo appartamento (le scene vennero girate in via di Donna Olimpia, 32) o mentre si trascina la sera sulle scale del condominio a Testaccio, in via Bodoni, vicino al forno del giovane Abatantuono, panetteria che ancora c'è: stranamente non è stata scalzata da un mini-market.

MALINCONIA E CINISMO
Fantozzi in grado anche di ribellarsi, un po' come sarà capitato a qualunque romano, desideroso, una volta tanto, di emulare il ragionier Ugo quando gridò: «La corazzata Kotiomkin è una cagata pazzesca». La punizione cinematografica per la ribellione dei dipendenti fu il rifacimento della scena, girata a Villa Borghese sulla scalinata davanti la Galleria nazionale d'Arte moderna. Villaggio ha immortalato nella sua Roma vita, riscossa e disfatta di tanti impiegati, ma anche uomini sconfitti dall'amore. La Coppa Cobram venne girata a Monte Antenne, fu scelta la stazione Ostiense invece per la partenza per la settimana bianca aziendale.

LA SIGNORINA SILVANI
L'Hotel Quisisana fu il set della fuga d'amore con l'amata signorina Silvani, il ristorante La parolaccia fu la location di una cena tutt'altro che romantica. Luoghi che Paolo Villaggio aveva imparato a conoscere e ad amare nella «sua Roma». Ai turisti, nell'intervista a Gramola, consigliava di visitare «le stanze di Raffaello, di andare a passeggiare di notte nella vecchia Roma, di capire in effetti quant'è bello il Foro Romano illuminato. Certo che Roma è una città veramente unica al mondo perché, si sa, l'unica grande capitale della storia è stata Roma, no?». Negli ultimi anni Villaggio aveva scelto Vigna Clara come quartiere. Lo si vedeva sempre meno, non stava tanto bene. Ma i romani non avevano smesso di ricordarlo.
«In quale periodo della storia di Roma gli sarebbe piaciuto vivere?» fu l'ultima domanda dell'intervista rilasciata a uno sconosciuto. «Nel 2020, nelle vesti di Paolo Villaggio» rispose l'artista. Peccato, ancora tre anni e il sogno del ragionier Ugo si sarebbe avverato. Anche i romani hanno un sogno però: intitolare la Tangenziale a Paolo Villaggio. La petizione, apparsa ieri su Change.org, è diretta alla sindaca Virginia Raggi.
«Tutti noi cittadini di Roma - si legge - non possiamo non pensare alla scena che rese celebre quel tratto di strada». E il Campidoglio sembra accogliere la proposta. «Personalmente - ha detto il vicesindaco e assessore alla Cultura, Luca Bergamo - sono abbastanza favorevole, ovviamente ci sono le procedure, ma a me sembra una buona proposta».