Addio a Scola. Renzi: «Maestro acuto di lettura dell'Italia»

Addio a Scola. Renzi: «Maestro acuto di lettura dell'Italia»
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Martedì 19 Gennaio 2016, 23:01 - Ultimo aggiornamento: 23:56
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi esprime profondo cordoglio per la morte di Ettore Scola «maestro dalla incredibile e acuta capacità di lettura dell'Italia, della società e dei suoi mutamenti, del sentimento del tempo, coscienza civile che lascia un enorme vuoto nella cultura italiana».

«Ci ha lasciato Ettore Scola. Un grande maestro, un uomo straordinario, giovane fino all'ultimo giorno della sua vita». È il tweet del ministro dei Beni culturali e turismo Dario Franceschini.


«La morte di Ettore Scola è un dolore immenso. Un grande italiano del quale conservo un ricordo meraviglioso». Lo scrive in una nota il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

«Un dolore enorme, è stato il mio maestro, forse la figura più importante della mia vita al cinema». Così Sergio Castellitto ricorda Scola con il quale aveva lavorato nel film 'La famiglia'. «L'avevo sentito a Natale - continua l'attore - era venuto a vedere il mio ultimo film e si prodigava in consigli. Era come un padre. Era veramente l'ultimo di quel mondo, di quella generazione».

«È stato uno degli incontri più importanti della mia vita. Ho partecipato al film 'La famiglia' ed è stata una grande esperienza professionale e di vita accanto a un uomo di grandissima intelligenza e ironia». Così ricorda Ettore Scola il produttore e attore Andrea Occhipinti. E continua: «era anche un uomo di grande bonarietà. L'ho vissuto come una sorta di patriarca, durante 'La famiglià ci teneva tutti sotto la sua ala. Con lui perdiamo un grande uomo, un uomo curioso di tutto quello che succedeva, mai bacchettone e con una grande apertura mentale».

«Ho cominciato con lui facendo 'Dramma della gelosia' e poi più tardi 'La cena' - dice Giancarlo Giannini -.
Ci vedevamo spesso e mi colpiva sempre la sua intelligenza. È stato un grande regista e un grande uomo con una grande gioia nella vita. Aveva un modo così acuto di raccontare e poi era sempre tranquillo e ti metteva a tuo agio. Un uomo di un'umanità incredibile».


«Avesse dovuto scegliere una parola su tutte, questa parola sarebbe stata: noi. Mi ha trasmesso la meraviglia della collaborazione nel nostro lavoro, della condivisione, del sostegno, il privilegio la magia di fare le cose insieme e che cose abbiamo fatto insieme, che film!»: Stefania Sandrelli è addoloratissima per la scomparsa di Ettore Scola. Piange e decide di buttare giù i suoi pensieri a caldo, di provare con qualche ricordo che emerge a tenere a bada la tristezza che prova. Si sono conosciuti quasi 50 anni fa, lei ha interpretato capolavori a cominciare da C'eravamo tanto amati del 1974 e da allora non si sono persi di vista. «La tenerezza, la passione, e l'ironia di quell'ultimo bacio che ci siamo dati il dieci luglio nei giardini di Cinecittà davanti alle sue amate Gigliola, Paola e Silvia mi rimarrà sulle labbra per sempre», dice la Sandrelli che lo aveva invitato, invano, allo spettacolo teatrale con la figlia Amanda. Le strade cinematografiche di Scola e della Sandrelli si sono incrociate quattro volte e per film che hanno fatto la storia del cinema italiano: oltyre a C'eravamo tanto amati (1974), anche nel 1980 con La terrazza, nel 1987 in La famiglia, nel 1998 con La cena e poi nel 2003 per il documentario, sempre diretto da Scola, Gente di Roma.

«Ciao Ettore! Ti abbiamo tanto amato. Che lezione grande la tua, che regalo il tuo cinema. TVB». È il saluto a Scola che Alessandro Gassmann affida a Twitter, parafrasando uno dei titoli più noti del regista scomparso, C'eravamo tanto amati.
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