Ridendo e scherzando, l'omaggio a Scola dalle figlie Paola e Silvia

Ridendo e scherzando, l'omaggio a Scola dalle figlie Paola e Silvia
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Martedì 19 Gennaio 2016, 23:35
«Ho orrore delle sicurezze, della mancanza di dubbi, dell'autostima... se l'Italia partisse dai propri limiti invece che dalle proprie virtù, andrebbe meglio». Cominciava così Ettore Scola, scomparso a 84 anni, nel documentario presentato alla Festa del Cinema di Roma in 'Ridendo e scherzando', realizzato dalle figlie, Paola e Silvia Scola, con Pierfrancesco Diliberto (Pif) come originale interlocutore.

Ridendo e scherzando è un viaggio artistico e umano che le due autrici hanno costruito con le interviste rilasciate dal padre, classe 1931, nel corso degli anni (trovate negli archivi Luce e della Rai), i brani dei suoi film, filmini di famiglia, backstage «e quello che ci ha voluto dire dal vivo», spiegano. «Avevo sempre detto di no ai ritratti, temevo di ritrovare ciò che ho visto in quelli dei miei amici scomparsi, la retorica, la celebrazione, il rimpianto», aveva spiegato il cineasta. «Ho guardato il film per vedere se c'erano gli estremi per portare le mie figlie in tribunale - scherzo alla presentazione - . In realtà sapevo che con loro andavo sul sicuro, perchè hanno ereditato da me l'ironia, la paura della seriosità e un pò di autodisistima, benefica perchè spinge a migliorare. Io l'ho imparata negli anni da disegnatore al Marc'Aurelio (il giornale satirico ndr). A ogni nuova vignetta, idea, arrivavano critiche feroci. Ho fatto anche il mio cinema immaginando ogni volta di avere con me quegli amici a giudicarmi. La sicurezza è una brutta bestia».

Invece oggi, aggiunge, «basta aprire la tv per trovare gente pienissima di autostima».
Critico il giudizio pochi mesi fa sul cinema italiano di oggi? «Vive una stagione negativa, ma i rimproveri sono inutili, anche perchè è nella stessa situazione della nostra letteratura, musica, poesia. È un momento di assestamento, di pianura senza picchi. Mancano i Fellini, i De Sica, ma c'è una giovane generazione che sta facendo del suo meglio e l'Italia non è avara di scandali, furti e disonestà da raccontare». Questo è un Paese «che non si fa amare, ma bisogna farlo lo stesso, sennò non si va avanti», erano state le sue parole.
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