Elton John travolge la Croisette
con il film sulla sua vita

Elton Jonh e Taron Egerton a Cannes
di Gloria Satta
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Venerdì 17 Maggio 2019, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 12:37
Red carpet incandescente grazie a Elton John che ha accompagnato il film sulla sua vita, da lui stesso prodotto: Rocketman, passato ieri fuori concorso come uno degli eventi più attesi di questo 72mo Festival. Acclamato dalla folla, il 72enne Elton ha fatto una montée des marches trionfale tra il marito produttore David Furnish e Taron Egerton, l’attore che lo interpreta e, come l’originale, ha una voce strepitosa. Sulla Croisette gremita come la metro nell’ora di punta risuonava la colonna sonora del film alternata a brani di Edith Piaf, gloria nazionale e sempre appropriata.
STANDING OVATION. La popstar inglese, occhialoni a forma di cuore e un enorme diamante giallo al lobo destro, indossava uno smoking classico, ma sulla schiena campeggiava la parola Rocketman ricamata con le paillettes. Emozionato, Elton ha risposto con un inchino alla standing ovation della platea, affolata di celebrità tra le quali spiccavano Julianne Moore, Bella Hadid, Eva Longoria, Izabel Goulart, Maria Borges, Dita Von Teese. Il film, con gran dispiego di fantasmagorici costumi, racconta l’infanzia difficile del protagonista, l’approccio alla musica, gli amori, i successi ma anche le sue scivolate nell’alcol, nella droga, nella depressione. Diretto da Dexter Fletcher, il regista che ha ultimato Bohemian Rhapsody dopo il licenziamento di Bryan Singer, Rocketman uscirà da noi il 29 maggio. Con la speranza di replicare i super-incassi del biopic su Freddie Mercury.
BOAT PEOPLE. Ma c’è un altro film, molto diverso, che ha monopolizzato l’attenzione raccogliendo applausi e suscitando commozione: Atlantique, opera prima della regista franco-senegalese Mati Diop, 36 anni, prima regista di colore in concorso a Cannes. Un’autentica rivelazione e, secondo i media internazionali, una candidata naturale alla Palma d’oro che nei 71 anni del Festival è andata a una sola donna, Jane Campion per Lezioni di piano (1993). Atlantique, ambientato alla periferia di Dakar e parlato in ”wolof” (la lingua locale) affronta mescolando la chiave realistica a quella onirica il dramma dell’immigrazione clandestina da un punto di vista inedito: quello di chi resta. Protagonista è una ragazza senegalese (la bellissima attrice Mame Bineta Sane) che, alla vigilia di un matrimonio combinato, s’innamora di un giovane operaio. Ma l’uomo, dopo mesi di lavoro non pagato, decide di prendere il mare per cercare fortuna in Spagna. Si viene a sapere poi che è annegato, ma la sua innamorata crede sia tornato a casa mentre la polizia indaga su un misterioso incendio che potrebbe aver appiccato proprio lui. Nel potente racconto trovano spazio anche le superstizioni locali, la condizione della donna e lo sfruttamento del lavoro. Realtà e dimensione soprannaturale s’intrecciano: i ”boat people” morti in mare riappaiono come spettri.
SEGNO PROFONDO. Il film è ispirato a un cortotraggio della stessa Mati Diop, già attrice e documentarista apprezzata. «Ho voluto raccontare il dramma di un’intera generazione di giovani senegalesi. Per pochi che approdano in Spagna, migliaia affogano», spiega la regista. «Questa tragedia ha lasciato un segno profondo nel mio Paese, ma anche in me. La sfida più grande è stato scegliere attori del posto che si riconoscessero nella storia». Mati vive da anni in Francia, «ma ho scoperto con gioia di aver mantenuto un forte legame con le mie origini», dice. E’ consapevole di segnare la storia del Festival come prima donna non bianca in competizione. «E’ difficile da credere», osserva, «ma lo è ancora di più il fatto che finora siano state pochissime le registe a correre per la Palma d’oro».
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