Ellen Page, una storia vera che mi ha fatto piangere

Ellen Page, una storia vera che mi ha fatto piangere
di Gloria Satta
3 Minuti di Lettura
Martedì 1 Dicembre 2020, 19:39

Era già stata alla Festa nel 2007, nel ruolo dell'adolescente incinta del film Juno che vinse quella seconda edizione della rassegna e candidò l'attrice all'Oscar. Oggi la canadese Ellen Page, 28 anni, capelli corti e occhi pieni di emozioni, è un'esponente dello star system e il suo coming out, avvenuto l'anno scorso, ha fatto di lei un emblema delle battaglia della comunità omosessuale. Freeheld, il toccante film che ha interpretato e prodotto, ha commosso il pubblico della Festa proprio nel momento in cui la battaglia per le unioni civili infiamma il dibattito politico italiano. A Roma con la bionda compagna Samanta Thomas, Ellen ha spiegato il suo impegno.
Cosa si aspetta da questo film?
«Spero che incoraggi anche in Italia il dibattito sulle unioni civili. Prima o poi la gente capirà che ognuno ha il diritto di essere quello che si sente».
In America com'è la situazione?
«Grazie alla recente sentenza della Corte Suprema che riconosce i matrimoni omosessuali come un diritto, le cose vanno un po' meglio. Ma in 31 stati, se sei gay, puoi essere licenziato o non avere la casa. Negli anni Cinquanta e Sessanta si stava ancora peggio: a Los Angeles finivi addirittura in galera, ma c'è ancora tanta strada da fare e il cambiamento deve passare dalla parità dei diritti».
È stato difficile, per lei che è una star, fare coming out?
«Non ne potevo più di nascondermi. Volevo essere me stessa ma mi sentivo triste e imprigionata nelle bugie che ero costretta a raccontare. Oggi che mi sono dichiarata omosessuale mi sento più libera, più creativa, più felice sia come essere umano sia come attrice».
Sono state anche le vere protagoniste di Freeheld a darle la forza di uscire allo scoperto?
«Certamente, è da persone coraggiose come Laurel e Stacei che viene l'ispirazione per lottare contro le discriminazioni. Ma la forza mi è arrivata soprattutto dal movimento gay e Lgtb».
Com'è nata l'idea del film?
«Da un documentario sulla storia delle due protagoniste. Vedendolo ho pianto e ho pensato che volevo assolutamente farne un film, coinvolgendomi anche come produttrice».
Sente di essere un esempio per i giovani che non hanno il coraggio di dichiararsi gay?
«La mia visibilità ha aiutato persone di tutte le età a trovare il coraggio, non solo i giovani».
Cosa sogna?
«Cose molto semplici, le stesse della protagonista del film: sono romantica, desidero dividere la vita con la persona che amo».
Che effetto le ha fatto recitare con Julianne Moore?
«È un'attrice speciale e sensibile che aveva interpretato più di una volta un'omosessuale. Ha un grande cuore, sono stata fortunata a lavorare con lei».
Le battaglie per i diritti vanno fatte in silenzio o attraverso il colorato fracasso dei gay pride?
«Adoro i gay pride. Sono un'esplosione di gioia e danno la possibilità di esprimersi a tante persone che vivono represse».