Ai David di Donatello trionfa Le otto Montagne, il film più orgoglisamente d’autore di questa 68ma edizione, al tempo stesso campione d’incassi: diretto dai belgi Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch dal romanzo omonimo di Paolo Cognetti (Einaudi), era arrivato in finale con 14 candidature. Marco Bellocchio è stato premiato come miglior regista per la serie Esterno notte (18 nomination): «Spero di avere tempo per fre altre cose belle», ha detto. Il protagonista Fabrizio Gifuni, nel ruolo potentissimo di Aldo Moro prigioniero delle Br, si è affermato come miglior attore. Come attrice protagonista ha ricevuto la statuetta Barbara Ronchi per l’opera prima Settembre di Giulia Louise Steigerwalt (che ha vinto nella categoria dei registi esordienti): l’attrice romana ha battuto Margherita Buy, Penélope Cruz, Claudia Pandolfi e Benedetta Porcaroli. Esterno notte ha avuto 4 premi come l’irrestibile commedia La stranezza di Roberto Andò che ha vinto anche per la produzione (Barbagallo, De Razza e per la prima volta insieme Medusa e RaiCinema). Per Nostalgia di Mario Martone ha vinto come attore non protagonista Francesco Di Leva nel ruolo del prete anti-camorra. La sua omologa tra le donne è risultata la comica romana Emanuela Fanelli che in Siccità interpreta, benissimo, un ruolo drammatico. Elodie ha vinto per la canzone Proiettili del film Ti mangio il cuore di cui è anche protagonista. E Stefano Bollani per le musiche de Il Pataffio.
David di Donatello, il premio di migliore film va a "Le otto montagne"
OMAGGI
Tra conferme e sorprese, numeri musicali (hanno cantato Matteo Bocelli e Noemi), gli omaggi ad Anna Magnani e Gina Lollobrigida, l’ospite d’onore Matt Dillon, i risultati sono arrivati nel corso della lunghissima diretta trasmessa su Rai1 dagli studi Cinecittà@Lumina.
CIVILTÀ
«Il cinema è immaginazione e storia, emozione e cultura. È anche svago, sogno, libertà. È uno dei tratti identitari della nostra civiltà»: così ieri mattina al Quirinale il Presidente Mattarella aveva accolto i candidati ai David nel corso della cerimonia condotta da Geppi Cucciari con la consueta ironia graffiante ma mai irriverente che ha strappato molti sorrisi anche allo stesso capo dello Stato. Mattarella ha ricordato che il Piano nazionale di ripresa e resilienza «ha capitoli rilevanti che interessano il cinema e la cultura. È una opportunità storica, una sfida che dobbiamo superare come Paese». Ha parlato poi delle trasformazioni tecnologiche che stanno cambiando il settore: «Non bisogna averne paura ma governarle». Ma le sale, «i nostri Cinema Paradiso», sono un patrimonio della socialità. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha aggiunto: «Il cinema è il biglietto da visita dell’Italia. Il Ministero continua ad accompagnarlo nella sua crescita, per me è un dovere e un piacere. Il mio primo decreto ha riguardato l’aiuto alle sale». Nel mare di teste riunite nel Salone degli Arazzi, praticamente l’intero cinema italiano, spiccavano i comici: Ficarra & Picone, candidati per La stranezza, e Aldo Giovanni e Giacomo, la cui commedia Il grande giorno ha vinto il David dello spettatore. La rivincita del cinema popolare fino a ieri considerato di serie B. In tempi in cui tutto cambia, anche quello steccato è caduto. E c’è solo da esserne contenti.
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