Coronavirus. Alessio Boni: «Una poesia al giorno, una pillola potente per restare vicini».

Coronavirus. Alessio Boni: «Una poesia al giorno, una pillola potente per restare vicini».
di Caterina Carpanè
4 Minuti di Lettura
Domenica 29 Marzo 2020, 13:20 - Ultimo aggiornamento: 17:00

«Sono certo, certissimo, che una persona che legge poesia si fa sconfiggere meno facilmente di una che non la legge». Così scriveva il poeta russo naturalizzato statunitense Iosif Brodskij, così pensa l’attore Alessio Boni che ha scelto proprio questi versi per raccontare il suo contributo in questi drammatici giorni del nostro Paese. Mentre la sua Bergamo vive i momenti più bui della sua storia, l’artista originario del lago d’Iseo ha trovato in una poesia pubblicata ogni giorno sui social network il mezzo per non far mancare l’affetto e la vicinanza agli italiani: «Se non si è medico o infermiere, non c’è nulla da fare. La cosa più saggia per aiutare gli altri è solamente restare in casa. E allora ho pensato di recitare ogni sera una poesia», spiega Boni, diventato nei giorni scorsi papà del piccolo Lorenzo. «La mia compagna e io viviamo in una bolla felice, ma sentire ciò che accade fuori, parlare con mia madre al telefono che mi fa il bollettino delle vittime, sapere che i nonni non possono vedere il nipotino appena nato, mi ha fatto capire ancora una volta l’importanza del contatto. L’uomo è un animale sociale, ha bisogno del confronto e migliora nel rapporto con l’altro. Dato che non posso farlo vis-à-vis a cinque metri dal palcoscenico, dato che non posso abbracciare il mio pubblico dopo lo spettacolo, il che per me è sempre fonte di gioia, in questo momento di quarantena ho deciso di leggere qualche verso».
 



Una ripresa semplice, uno studiolo, il buio della notte che sta per scendere, le parole di Rilke, Prévert, Salinas che riecheggiano grazie alla voce dell’attore: «Sono un grande lettore di poesie, soprattutto la sera. Sul mio comodino c’è sempre un libro di poesia, forma che concilia il momento di commiato della giornata, quando si azzittisce il linciaggio delle ore. Spazio: non mi fermo a Grazia Deledda o Pier Paolo Pasolini, vago fino a Konstantinos Kavafis e altri contemporanei. Questo vale pure per la selezione di questi giorni: cerco di presentare una poetica moderna, non quella che abbiamo studiato a scuola. Anche su consiglio di persone che ora me le segnalano, propongo le cose più disparate, attraverso i versi dei più grandi del mondo. Ovviamente con attinenza al momento attuale». E la poesia d’amore? «C’è anche quella, magari non il sentimento da Romeo e Giulietta, ma l’amore per la vita, per se stessi, per gli altri, per la società: sarà questo a salvarci. Prima eravamo concentrati solo su di noi, ogni pensiero era legato al nostro io. Questa pandemia ci ha posto una domanda: da solo vivi meglio? Credo di no. Penso che d’ora in poi ci ricorderemo cosa avevamo».
Sono tanti gli attori italiani che, dai salotti trasformati in intimi palcoscenici, regalano contributi al pubblico, in una nuova forma di vicinanza mediante i social che forse nessuno prima prevedeva: Francesco Montanari ha recitato con i suoi follower Otello e Riccardo III, Filippo Timi propone le favole della buonanotte, Lino Guanciale legge integralmente Il Barone Rampante di Italo Calvino: «Primo Levi diceva di essere stato salvato da Dante, - ricorda Boni che cita un verso dell’Amleto di Shakespeare: “Potrei essere confinato in una noce ed essere il re dello spazio infinito”. La letteratura, così come la pittura o una serie televisiva fatta bene, ti possono aiutare, ti permettono di sconfinare, ti fanno respirare un po’ l’anima. Io ho scelto la forma della poesia perché è molto breve. Resta lì, dura un minuto, non serve un’alta soglia di attenzione. Una pillola potente in grado di donare ogni giorno un sapore diverso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA