Chris Evans: «Io, Captain America felice di lottare per salvare il mondo»

Chris Evans nei panni di Captain America
di Gloria Satta
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Martedì 3 Maggio 2016, 19:23 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 13:34

Tuta rossa, bianca e blu, scudo argentato, fisico palestrato, 34 anni, occhi azzurri assassini, Chris Evans torna a interpretare Captain America nel nuovo espisodio della saga dei supereroi ispirati alle creazioni Marvel: “Captain America: A Civil War”. Il film, diretto dai fratelli Anthony e Joe Russo, atteso nelle sale il 4 maggio con The Walt Disney Italia dopo il successo del capitolo precedente “Avengers: The Age of Ultron”, è interpretato da un plotone di star: Paul Rudd, Jeremy Renner, Anthony Mackie, Paul Bettany, il nuovo cattivo Daniel Bruhl, Emily Van Camp, Elizabeth Olsen, Scarlett Johansson, Don Cheadle. Vestono ancora i costumi degli “Avengers” che tuttavia questa volta si dividono i due fazioni contrapposte: da una parte, quelli capitanati da Steve Rogers/Captain America rifiutano i controlli e vogliono mantenere la libertà di azione mentre l’altro schieramento guidato da Tony Stark/Iron Man accetta il sistema di vigilanza deciso dal governo. E in un tripudio di effetti speciali, i due gruppi se le danno di santa ragione. Mai visto niente di simile.

Evans, nei Vendicatori che si fanno la guerra c’è qualche analogia con il mondo reale contemporaneo?
“Direi di sì. Anche se il film parla di supereroi, le loro vicende somigliano a quelle degli esseri umani. I politici, in particolare: ciascuno schieramento afferma di perseguire il bene della collettività ma divergono i modi di ottenere lo scopo”.

Perché cinque anni fa accettò di vestire la tuta di Captain America?
“Perché è un personaggio carismatico. All’inizio non avevo chiaro a cosa andassi incontro e non sapevo se avrei continuato. Invece l’ho interpretato cinque volte e ho il contratto per altri due film. Nel futuro? Sono un uomo libero, vedremo”.

Cosa le piace del personaggio?
“Amo tutto quello che rappresenta e il modo in cui si comporta nei film. In quest’ultimo, il personaggio è ancora più complesso e va incontro a un’evoluzione”.

Quale?
“DI solito non ha alcun dubbio sul da farsi, perché sa sempre di essere dalla parte del bene, ma questa volta non ha le idee così chiare. Come nella vita reale, il confine tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato è sottile”.

Quali doti di Captain America vorrebbe avere?
“Il suo altruismo. Dimentica se stesso e si mette sempre a disposizione degli altri. Ha a cuore il benessere del prossimo”.

Nel film Captain America litiga con Iron Man: anche sul set lei bisticciava con Robert Downey jr?
“No, noi attori che abbiamo lavorato nella saga degli Avenger siamo così affiatati che quando lavoriamo ci sentiamo come a una gita di classe!”.

A che tipo di allenamento si sottopone per diventare Captain America?
“Faccio pesi in palestra e cerco di condurre una vita sana, regolata anche nel sonno?

Si è mai spiegato il successo planetario dei film della saga degli Avengers?
“Credo dipenda da un insieme di fattori: le storie appassionanti della Marvel, gli effetti speciali, le relazioni sfaccettate che legano i vari personaggi”.

Ha debuttato come regista dirigendo “Before we go” per non rimanere intrappolato nella tuta di Captain America?
“No, l’ho fatto per provare una nuova esperienza. Non ho mai pensato che il personaggio della saga potesse precludermi altri ruoli”.

Qual è il suo supereroe preferito?
“Iron Man.
Ovviamente interpretato da Robert Downey jr”.

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