Checco Zalone alla ricerca del posto fisso: ecco "Quo vado?"

Checco Zalone alla ricerca del posto fisso: ecco "Quo vado?"
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Martedì 29 Dicembre 2015, 17:57 - Ultimo aggiornamento: 2 Gennaio, 17:30

Persino un trasferimento al Polo Nord, condito da un incontro molto ravvicinato con un orso bianco, non spaventa l'impiegato statale pronto a tutto pur di mantenere il suo lavoro, interpretato da Luca Medici alias Checco Zalone in "Quo Vado?", la commedia di Gennaro Nunziante che sbarcherà in quasi 1.300 sale dall'1 gennaio con Medusa (in alcuni cinema si potrà vedere già da mezzanotte del 31). «Fino a dieci anni fa anche per me il posto fisso era la massima aspirazione - rivela Zalone, recordman del cinema italiano, che ha incassato con il precedente film, Sole a catinelle, circa 52 milioni di euro -. Ho fatto anche un concorso da viceispettore di polizia, per fortuna mi hanno scartato».

Nel cast con lui, fra gli altri, Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Maurizio Micheli, Ludovica Modugno, Ninni Bruschetta e Lino Banfi. «Parliamo dell'attaccamento degli italiani al posto fisso partendo dal concetto che ne avevano i nostri genitori, di impiegato come patriota e non parassita. Tant'è che anche come per difendersi dal comunismo lo Stato organizzava tanti concorsi pubblici» dice Nunziante, da sempre regista e cosceneggiatore di Zalone. Stavolta i due superano i confini italiani, usando come ambientazioni per la storia anche il Polo Nord, la Norvegia (dove hanno girato realmente) e l'Africa. A chi gli riconosce toni più pungenti rispetto al passato Zalone, classe 1977, spiega: «Ci ispiriamo ai grandi della commedia all'italiana, ma senza volerci paragonare con loro». Per "Quo vado?" «non abbiamo guardato al budget, che è importante, ma alla qualità del film - dice il produttore Pietro Valsecchi della Taodue -. E non siamo noi a voler 'occuparè tutte queste sale, sono gli esercenti a richiedere il film, soprattutto in un periodo non facile per il cinema in sala, a parte Star Wars».

Nella storia Checco è un realizzato impiegato pubblico pugliese dell'ufficio Provinciale Caccia e Pesca. Per lui i "privilegi" del posto fisso sono stati l'unica aspirazione fin da bambino. Quando viene annunciato il taglio delle Province, si ritrova contro un'implacabile funzionaria ministeriale, la dott.ssa Sironi (Bergamasco) che ha il compito di ottenere le dimissioni del maggior numero possibile di impiegati. L'unico a resisterle, anche grazie ai consigli del senatore "rottamato" Binetti (Banfi), è Checco, pronto ad accettare i più surreali trasferimenti, fino al Polo Nord, dove incontra un'affascinante ricercatrice del Cnr, Valeria (Giovanardi). Con lei, mamma single, le abitudini da italiano "scorretto" si attenuano, ma si fa sentire la nostalgia di casa, soprattutto dopo la visione di Al Bano e Romina insieme a Sanremo. Quella «è una delle mie scene preferite - dice Zalone - avevo anche pensato a girarne una in cui incontro Al Bano in un bagno alla turca... ma è saltata». Immancabili le canzoni, tra le quali "La prima Repubblica" (già entrata in classifica, ndr), con Zalone/Medici che in stile Celentano canta versi come «senza Senato (...) il transessuale è disperato, mi perde tutto il fatturato ed al suo posto c'è un Paese inginocchiato».

Da comico «il mio obiettivo è far ridere, non penso quello che ho scritto» si smarca. Ha voluto però raccontare con veridicità gli scienziati del Cnr «perchè rappresentano l'Italia migliore, fanno ricerca per pochi euro». Qual'è il limite che non si sente di attraversare? «Quello del buonsenso. Oggi c'è la gara a essere politicamente scorretti, come in rete con le battute su Bocelli. All'inizio fanno ridere ma troppe diventano nauseanti.
Non non abbiamo mai varcato la soglia tra risata e offesa gratuita». Comunque «è bellissimo vivere da Checco Zalone - dice -, lo auguro a tutti, ma penso anche a quando le cose cambieranno». Per i risultati di "Quo vado?" «c'è un pò d'ansia, non credo sia possibile ripetere gli otto milioni di biglietti venduti l'ultima volta, gli italiani avrebbero dovuto riprodursi in tempi rapidissimi... ma anche se saranno quattro milioni di biglietti, va bene».

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