Paola Cortellesi: «Io, mamma scorretta che sa anche sorridere»

Paola Cortellesi: «Io, mamma scorretta che sa anche sorridere»
di Gloria Satta
4 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Febbraio 2017, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 12:17

Due mattatori a confronto, scintille assicurate. Paola Cortellesi e Antonio Albanese, formidabili protagonisti di Mamma o papà?, la commedia diretta da Riccardo Milani e appena uscita nelle sale, sono venuti a trovarci in redazione. E ci hanno raccontato la loro prima esperienza in coppia nel ruolo di due coniugi che decidono di divorziare e litigano per la custodia dei figli, tre adolescenti pestiferi. Ma nessuno dei due li vuole e tra loro parte una gara a base di esilaranti nefandezze e colpi bassi per sventare il pericolo di vederseli affidati...

Il film è ispirato a un successo francese. «Ho accettato di interpretarlo perché offre uno sguardo diverso sulla famiglia, e tutto sommato racconta la storia d'amore impetuosa dei due protagonisti», spiega Albanese. Aggiunge Cortellesi: «Tra una risata e l'altra, Mamma o papà? può avere un effetto... liberatorio: anche il più dedito dei genitori ha pensato, almeno una volta, di sbarazzarsi per un momento dei figli».

Un tema un po' al limite, Paola, non pensate di infrangere il tabù consolidato della famiglia perfetta?
«Certo, ma la commedia serve proprio a superare gli stereotipi e portare in scena situazioni paradossali, altrimenti realizzeremmo dei documentari. E più la storia è scorretta, come nel nostro caso, più colpisce nel segno».

Lei cosa escogita, nel film, per scoraggiare i suoi figli a voler vivere con lei?
«Combino di tutto e di più. Rovino la festa della ragazzina, mando all'aria il suo primo amore, mi ubriaco, tolgo il computer a mio figlio e gli impongo un taglio di capelli che a scuola lo renderà vittima dei bulli... Insomma, faccio tutte le cose che un genitore non dovrebbe fare mai».

Che mamma è invece, nella realtà, per la sua piccola Laura?
«Cerco di assecondare la bambina, che ha 4 anni e ovviamente è il centro della nostra vita, e riconosco di essere fortunata: è piuttosto obbediente. Ma divento severa e non transigo quando rischia di mettersi in pericolo».

Cosa ha messo di suo nel personaggio del film?
«Assolutamente nulla. Gli attori sono allenati a scatenare la fantasia per regalare al pubblico situazioni inaspettate, fuori dai cliché, assurde».

Cosa l'ha colpita di Albanese, lavorando per la prima volta in coppia con lui?
«A parte l'immenso talento, che conoscevo da sempre, Antonio ha in comune con me la meticolosità esagerata. Entrambi siamo perfezionisti, proviamo e riproviamo, non ci accontentiamo mai. Il pressappochismo ci manda in bestia. E siamo entrati subito nello spirito del film, che racconta una storia d'amore al contrario: a forza di litigare furiosamente, i nostri personaggi ritrovano la passionalità addormentata».

Non rischia di essere spiazzante una mamma che fa di tutto per sbolognare i figli?
«Senza umorismo non c'è vita. Gli spettatori lo capiranno. Ridere aiuta a superare i piccoli e grandi drammi della vita. L'ho imparato da mio padre che, per tenere a bada noi tre figli turbolenti, usava l'arma della battuta e lo scherzo. Oggi lo faccio anch'io».

Quando ha capito di avere delle doti comiche?
«Mio fratello e mia sorella mi raccontano che fin da piccola ero in grado di cogliere il lato buffo della vita. Ma la vera consapevolezza l'ho avuta verso i 17-18 anni, quando ho cominciato la carriera come cantante».

Perfino Mina ha elogiato la sua voce: che effetto le ha fatto?
«Sono rimasta pietrificata dall'emozione, non me lo aspettavo. Oggi un mio grande sogno è stringere la mano alla grande cantante».

Lei ha una consapevolezza sociale: le viene naturale trasferirla nel lavoro?
«Oggi scrivo e interpreto storie legate a temi sociali come la violenza contro le donne, il bullismo, le nuove famiglie. Una volta parlavo di queste cose nelle parodie, oggi lo faccio nei film. Se questo significa essere un'attrice impegnata, come si diceva una volta, forse lo sono. Ma senza pistolotti né propaganda. Non dimentico mai le esigenze del pubblico».

Ce l'ha un sogno?
«Sono felice di tutto quello che la vita mi ha dato. Ma a pensarci bene, muoio dalla voglia di interpretare un musical a teatro. È un'esperienza che ancora mi manca».