Giorni fa le sue ferventi dichiarazioni pro-gilet gialli, rilasciate al quotidiano Libération, hanno fatto scalpore.
«Avevo risposto alla domanda di un giornalista, non faccio dichiarazioni politiche».
D’accordo, ma perché è dalla parte dei dimostranti?
«I miei genitori vengono da un ambiente molto umile, hanno sempre lavorato come pazzi e attraversato situazioni difficili. So cosa vuol dire scendere in piazza».
Cosa vuol dire?
«Che abbiamo la fortuna di vivere in un Paese democratico in cui ognuno può tirare fuori la voce per esprimere la propria collera. Oggi la protesta dei gilet gialli indica un fatto preoccupante».
Quale?
«Che questo governo ha un rapporto complicato con i suoi elettori. C’è ormai un fossato tra i politici e la gente. Ma è un’ondata globale: in America devono vedersela con Donald Trump, in Italia non avete i gilet gialli ma una situazione politica chiusa, a mio avviso terribile».
Lei si considera di sinistra?
«Sì. L’appartenenza politica, come la propria sessualità, non si sceglie».
E a proposito di sessualità, ”L’uomo fedele” racconta con leggerezza, a momenti con umorismo, un triangolo amoroso composto da lei, Garrel, Depp. Che effetto le ha fatto recitare per la prima volta con suo marito?
«Nessuno. Ho sempre pensato che fossimo un’attrice e un regista. Se mi fossi ricordata dei nostri rapporti fuori dal set, non avrei potuto girare il film».
Cosa ha pensato del suo personaggio, Marianne, che proprio nella prima scena annuncia al compagno di amare un altro ed essere incinta di lui?
«Quando Louis e lo sceneggiatore Jean-Claude Carrière mi hanno prospettato Marianne, avevo deciso di non interpretarla: mi sembrava troppo dura, non avrei potuto identificarmi con lei. Così ho costruito un personaggio più reale e più fragile».
I critici francesi si sono entusiasmati, hanno definito il film «un gioiello». Se lo aspettava?
«Assolutamente no. Evidentemente hanno colto la sensibilità e l’intelligenza della storia, la qualità della scrittura, la capacità degli autori di affrontare con un sorriso soggetti profondi come l’amore, la coppia, la fedeltà».
Lei a cosa, a chi è fedele?
«A me stessa».
Significa?
«Che faccio sempre le cose in cui credo senza lasciarmi influenzare dagli altri».
Ed è sempre possibile?
«Io lo faccio».
Ha girato molti film e recitato in teatro perfino in ”Scene da un matrimonio” di Ingmar Bergman. E’ stato difficile il salto da top model ad attrice?
«E’ stata la cosa più semplice del mondo. Ho sempre recitato, anche quando presentavo i vestiti. E speravo tanto di diventare attrice».
Come può un amore durare a lungo?
«Basta continuare a crederci. E mantenere la profondità del sentimento. L’amore è qualcosa di folle, non si programma».
L’anno scorso ha sposato Garrel, attore e regista: vi portate a casa il lavoro?
«No, ho sempre mantenuto l’equilibrio tra cinema e vita privata. Se mi fossi lasciata inseguire dai miei personaggi, poveri figli».
Che tipo di madre è?
«Qualche tempo fa Orlando mi ha detto che facevo troppe cose e spesso non ero presente. Io gli ho risposto che, da grande, avrebbe capito un fatto importante: una donna ha bisogno di essere qualcosa d’altro oltre che una madre».
Pensa che le denunce delle attrici e il movimento #MeToo abbiano cambiato in meglio i rapporti tra uomo e donna?
«Il problema è complesso, non si può riassumere in una battuta. Qualcosa si è mosso, c’è stata una presa di coscienza. Ma un fatto è scioccante: per accendere i riflettori sulle vittime della violenza c’è stato bisogno delle star di Hollywood. Le donne continuano a rimanere un passo indietro, come se non avessero sogni o desideri. E spesso sono le peggiori nemiche di se stesse».
Cosa intende?
«Lei, ad esempio, mi ha chiesto che effetto mi ha fatto lavorare con Garrel. Ma a mio marito non chiederà mai che effetto gli ha fatto lavorare con sua moglie».
Lo domanderò anche a lui. Giuro.
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