“Si vive una volta sola”: tre uomini, una donna, tante risate e solitudine nel nuovo film di Carlo Verdone

“Si vive una volta sola”: tre uomini, una donna, tante risate e solitudine nel nuovo film di Carlo Verdone
di Gloria Satta
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Sabato 15 Febbraio 2020, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 13:31

Tre uomini, una donna, una serie di scherzi feroci, una vendetta inaspettata e uno strampalato viaggio nelle Puglie costellato di incontri, rivelazioni, sorprese. Con tante risate e un retrogusto un po' amaro. Nell'Italia che ha riscoperto il cinema nazionale, sbarcherà in sala il 26 febbraio Si vive una volta sola, la commedia numero 27 di Carlo Verdone, da lui diretta e interpretata accanto a Max Tortora, Rocco Papaleo, Anna Foglietta, sceneggiata con Giovanni Veronesi e Pasquale Plastino, prodotta da Filmauro e distribuita da Vision.

“Si vive una volta sola”: Verdone, Foglietta, Papaleo e Tortora all'anteprima al cinema Adriano e al Messaggero il 24 febbraio




«È un film sull'amicizia», spiega l'attore e regista romano. «In passato ho toccato numerosi temi di attualità, dalla crisi della famiglia al rapporto di coppia, ma non avevo mai affrontato il legame fra amici. In più, avevo una gran voglia, dopo tanti film a due personaggi, di raccontare una storia corale. E non sarà l'ultima volta».




SUCCESSI E FALLIMENTI
Carlo, nella vita medico mancato, interpreta un primario. Ma ai successi professionali del suo personaggio (cura perfino il Papa) fa da contraltare una vita privata fallimentare, proprio come quella dei suoi colleghi e amici per la pelle in camice bianco: il secondo Tortora, la ferrista Foglietta, l'ingenuo anestesista Papaleo vittima degli scherzi atroci degli altri tre. Un evento imprevisto porterà il quartetto a condividere una breve vacanza on the road, tra gli uliveti e i mari di smeraldo del Sud, per tirare le somme delle rispettive esistenze scandite dalla solitudine e a fare i conti con il futuro che tuttavia offre qualche speranza.

Scene chiave: l'irruzione di un finto manipolo di addetti della Protezione Civile, un bacio appassionato Foglietta-Papaleo. Battuta cult di Anna: «Quasi quasi mi faccio lesbica». «I miei maestri sono stati Pietro Germi e Antonio Pietrangeli e sul set ho inconsciamente pensato a loro», spiega Verdone, 69 anni e una carriera ultraquarantennale che gli ha permesso di diventare un regista sempre più solido e capace di dirigere gli attori. «E a chi mi chiede se Si vive una volta sola sia un omaggio ad Amici miei, per via degli scherzi, rispondo che non lo è. Il mio film ha una struttura diversa da quella commedia immortale: la goliardia fa da collante fra i quattro protagonisti, tutti realizzati nel lavoro ma smarriti nel privato, infelici. Ne conosco tanti, così».

A LEZIONE
Per diventare un luminare credibile, Verdone ha preso lezioni da un vero chirurgo e ha frequentato più di una sala operatoria: «Mi ha colpito la disinvoltura dei medici che, durante gli interventi di routine, parlano del rigore negato alla Roma e altre amenità», racconta, «ma posso capirli: a forza di aprire e chiudere pance, hanno bisogno di distensione».

Il film è tutto girato nelle Puglie: «Adoro Roma, anche se mi arrabbio per come è ridotta. Questa volta però ho sentito il bisogno di cercare un altro sfondo e la Puglia mi ha dato nuovi colori, nuova energia».

Con gli altri attori, racconta, il feeling è sopravvissuto alla fine delle riprese: «Continuiamo a sentirci». Con Veronesi, traferitosi ad abitare a due passi da lui a Monteverde Vecchio («è ormai il quartiere degli artisti, da Nanni Moretti a Paola Cortellesi, Papaleo, Paolo Taviani»), la complicità si è rinnovata: «Giovanni mi ha regalato il suo cinismo toscano, insieme scateniamo un corto circuito creativo».

Uno scherzo fatto da Carlo stesso? «Telefonai a mio figlio Paolo di otto anni fingendomi il segretario di Francesco Totti desideroso di incontrarlo. Fui un cretino e ancora oggi gli chiedo scusa». Dice Foglietta, irresistibile nel ruolo di una donna tradita: «Il film mette in scena dei rapporti umani sinceri e sul set abbiamo condiviso tutto». Incalza Tortora: «Carlo ci ha fatto sentire liberi e al tempo stesso protetti». Papaleo scherza invece come se fosse ancora nei panni del suo personaggio.

FIDUCIA
E a cosa si deve la recente rinascita del cinema italiano? «Il pubblico ha ritrovato la fiducia nei nostri film», risponde Verdone, «gli alti incassi degli ultimi tempi fanno bene a tutti. Il cinema resiste malgrado la concorrenza delle serie e del calcio in tv. E se il botteghino s'ingrassa, significa una cosa sola: abbiamo ripreso a fare dei buoni film».
 

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