Cannes, "Todos lo saben": nella Spagna di Farhadi i latini sembrano iraniani

Cannes, "Todos lo saben": nella Spagna di Farhadi i latini sembrano iraniani
di Maurizio Cabona
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Mercoledì 9 Maggio 2018, 14:47 - Ultimo aggiornamento: 14:51

Cannes si è aperto ieri con un film in concorso, "Todos lo saben" (Lo sanno tutti) di Ashgar Farhadi, regista e sceneggiatore iraniano che vanta l'Orso d'argento al Festival di Berlino con About Ely; l'Orso d'oro nel 2011, poi l'Oscar e il Golden Globe per il film non americano con La separazione; il premio per l'interprete al Festival di Cannes del 2014 per Bérenice Béjo con Il passato; un secondo Oscar per il film non americano nel 2017 con Il cliente.
 

 

Se Il passato era stato girato in Francia, Todos lo saben si svolge in un paese del centro-nord della Spagna. I temi restano quelli abituali dei film di Farhadi: sparizioni, allontanamenti, riavvicinamenti. Ma stavolta il suo stile scabro concede spazio a qualche immagine da spot pubblicitario di alimentari di alta gamma. Un po' di brio mostra che Farhadi saprebbe girare anche una commedia borghese.

Matura intanto il colpo di teatro: un guasto di elettricità, forse provocato, nel mezzo di un fragoroso temporale. Stupisce che Fahradi non abbia ideato di meglio per segnare il passaggio dalla prima alla seconda parte del film. In una grande casa di campagna, affollata per un matrimonio, dal primo piano scompare una quindicenne, giunta dall'Argentina il giorno prima: un po' poco per organizzare un rapimento.

Tanta disgrazia favorisce il riavvicinamento tra la madre della ragazza (Pénélope Cruz), giunta anche lei dall'Argentina, e l'ex fidanzato di gioventù (Javier Bardem). Il matrimonio di lei è stato un fallimento, gli anni avanzano e con essi la voglia di un ritorno alle origini. Per essere verosimile, la Cruz ha evitato di ricorrere al trucco ed è un grande merito, perché quasi tutte le sue colleghe sono in perfetto ordine anche quando il loro personaggio finisce nell'acido solforico. Un cenno dopo l'altro, l'ambiente del paese lascia affiorare le crepe tra classi sociali. Il rapimento pare accertato quando arrivano continue richieste di riscatto e continue diffide di non avvertire la Guardia civil.

Dal film collettivo, come Il matrimonio di Robert Altman, si passa all'emergere di verità che tutti sanno, tranne lo spettatore. Dopo "Prosciutto, prosciutto" di Bigas Luna, "Vicky Cristina Barcelona" di Woody Allen e il recente "Escobar" di Fernando Leòn de Aranoa, la Cruz e Bardem sono tornati a lavorare insieme, ancora una volta avendo i loro personaggi una relazione molto complicata. Se la conduttrice tv colombiana di Escobar, interpretata dalla Cruz, è una donna disperata; la madre di Todos lo saben ha invece la forza di andare avanti. Sarà perché Fahradi è iraniano, ma si ha la sensazione che anche i suoi personaggi latini diventino sempre più iraniani col passare dei minuti. Sono cose che succedono nelle coproduzioni (in questa c'è anche la partecipazione italiana) tra Paesi diversi e lontani per religione, quindi per cultura.

A proposito: in fase di realizzazione di Todos lo saben Pedro Almodòvar, regista che spesso ha partecipato a Cannes, doveva essere il produttore. Ma Fahradi ha lasciato capire che il loro modo di concepire Todos lo saben non coincideva.
 

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