Cannes, arriva Bellocchio: "Rapito", il progetto che piaceva a Spielberg. «Ho scritto al Papa, spero che lo veda»

Cannes, arriva Bellocchio: "Rapito", il progetto che piaceva a Spielberg. «Ho scritto al Papa, spero che lo veda»
di Gloria Satta
2 Minuti di Lettura
Martedì 23 Maggio 2023, 17:01 - Ultimo aggiornamento: 17:39

Grande attesa al Festival di Cannes per ”Rapito”, il film diretto da Marco Bellocchio e primo dei tre italiani in concorso quest’anno, che sarà proiettato in anteprima mondiale stasera. Il tam tam della Croisette lo dà già tra i favoriti per la Palma d’oro. Ambientato nel 1858, il film racconta la tragedia di Egardo Mortara, il bambino ebreo strappato alla sua famiglia a Bologna e portato a Roma per essere allevato da cattolico (era stato battezzato in segreto da una serva) sotto la custodia di Pio IX, l’ultimo Papa re prima della Breccia di Porta Pia.


IL PROGETTO

La vicenda suscitò all’epoca un clamore internazionale. E prima che Bellocchio decidesse di farne un film, aveva affascinato anche Steven Spielberg che aveva deciso di portarla sullo schermo ambientando le riprese Italia. Ma poi il progetto è naufragato, ufficialmente perché il maestro americano non era riuscito a trovare il bambino protagonista mentre Alba Rohrwacher sembrava destinata a interpretare la mamma di Mortara. «Secondo me»,. ragiona Bellocchio, «Spielberg ha finito per rinunciare al film perché sarebbe stato obbligato a raccontare quella storia italiana in inglese, e forse non avrebbe funzionato».


I PROTAGONISTI

”Rapito”, che sarà in sala il 25 maggio con 01 Distribution (i produttori Gattoni, Caschetto e RaiCinema devolveranno l’incasso della prima giornata agli alluvionati dell’Emilia Romagna), è interpretato da Paolo Pierobon (il Papa), Fausto Russo Alesi (il padre di Edgardo), Barbara Ronchi (la madre), Enea Sala (Edgardo da bambino), Leonardo Maltese (Edgardo ragazzo), Fabrizio Gifuni (il Grande Inquisitore) e Filippo Timi (un alto prelato).


LA SPERANZA

«Racconta una ferita ancora aperta tra cattolici ed ebrei», spiega Bellocchio, 83 anni, per la quarta volta consecutiva a Cannes dopo la Palma d’onore ricevuta l’anno scorso. Il regista ha mostrato in anteprima il film sia a un gruppo di sacerdoti «che si sono molto emozionati, rimanendo in silenzio», sia a rappresentani della Comunità ebraica «che hanno espresso una commozione profonda, arrivando in certi momenti fino alle lacrime». Ma il regista vorrebbe ora mostrarlo a papa Francesco: «Gli ho scritto, non mi ha ancora risposto. Capisco che abbia molte cose da fare, ma spero trovi il tempo per passare una serata divertente, interessante, tra amici. Attendo». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA