Addio Anita, sogno e luce dell'adolescenza di un'intera generazione

Addio Anita, sogno e luce dell'adolescenza di un'intera generazione
di Enrico Vanzina
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Domenica 11 Gennaio 2015, 13:17 - Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 09:19

E così, dopo Flaiano, Fellini, Mastroianni, se ne è andata la quarta carta di quel poker d’assi che rese “La Dolce Vita” il film più importante, più evocativo, più complesso e allo stesso tempo più popolare e più affascinante della storia del cinema italiano.


Se ne è andata Anitona, il sogno proibito più italiano delle non italiane a servizio del nostro immaginario nazionale. La bionda giunonica, dalla voce roca, dalle curve quasi iperreali, l’algida e allo stesso caldissima vichinga de’ Roma, quella che popolò i sogni di noi ragazzi degli Anni 60, provocante e rassicurante, nave scuola di un sesso che non osavamo quasi maneggiare, icona di una femminilità perduta, quella delle Signorine Grandi Firme Anni 30, delle Pin Up Anni 50, delle Maggiorate, simbolo imperituro del sogno maschile di un riscatto nordico.

Addio meravigliosa Anita, luce delle nostre adolescenze. Resterai impressa nei nostri occhi, mentre passeggi in quella fontana agitando le mani e i capelli. Resterai per sempre incisa nelle vibrazioni dei nostri ricordi. Con me c’è un’intera generazione ai tuoi piedi. Devota e riconoscente.

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