"Ancora più bello", arriva in sala
la favola teen che insegna l'ottimismo

Ludovica Francesconi, 22 anni, protagonista del film
di Gloria Satta
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Martedì 14 Settembre 2021, 16:27 - Ultimo aggiornamento: 16:33

Da ”Sul più bello", grande successo in sala del 2020 malgrado la pandemia, arriva il sequel: ”Ancora più bello” uscirà con Eagle Pictures il 16 settembre, a poche settimane dal fortunatissimo debutto mondiale di ”Sul Più Bello” su Netflix. Nato da un soggetto di Roberto Proia, diretto da Claudio Norza, ”Ancora più bello” è una coloratissima favola teen ambientata tra Torino e Parigi e ha ancora per protagonista l’irresistibile Ludovica Francesconi nuovamente nei panni di Marta, la ragazzina affetta da una grave malattia che tuttavia non rinuncia a vivere, ad amare (il nuovo fidanzato Gabriele, interpretato da Giancarlo Commare) e a guardare con auotironia e ottimismo la propria vita affiancata dagli amici del cuore Federica (Gaja Masciale) e Jacopo (Jozef Gjura). «Questa storia», affermano gli sceneggiatori Roberto Proia e Michela Straniero, «ci permette di raccontare la contemporaneità attraverso i problemi che riguardano soprattutto i giovanissimi: bullismo, cyber-bullismo, molestie, gelosia, gestione della malattia. Senza rinunciare al tono leggero, da dramedy, che garantisce divertimento e spunti di riflessione». Ludovica Francesconi, 22 anni, attrice da quando ne aveva 8, nata a Sora (Frosinone) e residente a Roma, faccia buffa e tenerissima, espressività da vendere, era la rivelazione del primo film. E incanta anche nel sequel.
Cosa ti è piaciuto del tuo personaggio, Marta?
«La sua grinta. Da lei ho imparato tanto».
Che cosa?
«L’ottimismo. Prima ero pessimista, bastava un fallimento a buttarmi giù. Dopo aver girato il primo film ho imparato a rialzarmi e a prendermi le cose da sola, senza aspettare che arrivassero dall’alto».
Perché hai cominciato a recitare?
«Perché sentivo che era la mia strada. Ho iniziato con il teatro a Sora, poi mi sono trasferita a Roma per studiare. E ho scoperto che il cinema mi piaceva moltissimo, mi sentivo nel mio ambiente».
E’ stato difficile trovare uno spazio nel cinema?
«Sì, è stata una bella salita. La mia famiglia non appartiene allo spettacolo, paprà è tenente colonnello dell’Aeronautica, e prima di ottenere il mio primo ruolo, proprio in ”Sul più bello”, ho preso un bel po’ di porte in faccia. Ma non mi sono arresa».
Ti ha sorpreso il successo di quel film?
«Sì. Mi hanno scritto tantissimi ragazzi ma non mi aspettavo che lo facessero anche i genitori. Il film è stato considerato formativo, un’occasione per riunire le famiglie».
E cosa ti scrivevano, cosa ti scrivono i più giovani?
«Con me si aprono molto, mi raccontano i problemi dell’adolescenza e nel mio personaggio cercano ispirazione e coraggio. E’ bellissimo, i loro messaggi mi commuovono. Quei ragazzi rappresentano la generazione che vuole mangiarsi il mondo».
E tu hai dei modelli d’ispirazione?
«Quando ho visto la grande Eleonora Duse nel film muto ”Cenere”, del 1916, ho capito cosa significa trasmettere emozioni al cinema».

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