Alla Festa di Roma il film di Veltroni
su Pio La Torre: "Racconto l'eroe anti-mafia"

Un'immagine di "Ora tocca a noi"
di Gloria Satta
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Venerdì 21 Ottobre 2022, 20:18 - Ultimo aggiornamento: 20:20

«Ho lasciato la politica quando ho sentito che era giusto farlo perché era finita la stagione del mio impegno diretto», spiega Walter Veltroni, «ma ora la mia attività di cineasta, scrittore e giornalista è un modo diverso per continuare in altre forme ad esprimere l’impegno civile». Un impegno civile che, dopo una decina di film e documentari, ha dato origine a ”Ora tocca a noi” applaudito alla Festa di Roma (coproduzione Minerva Pictures, Rai Documentari, Luce Cinecittà, in onda su Rai3 a dicembre), avvincente ilm su Pio La Torre, il segretario regionale del Pci che il 30 aprile 1982 venne assassinato a Palermo dalla mafia con il suo autista e amico Rosario Di Salvo.
IL RICORDO. «Conoscevo molto bene Pio», racconta Veltroni, «avevamo lavorato insieme ed ero vicino ai suoi figli. Quando è stato ucciso, fui tra i primi a correre a casa loro. Mi era nota non soltanto la sua immagine pubblica di idealista che aveva dedicato la vita all’impegno civile, intrecciando la sua storia personale con la sua terra, l’amata Sicilia. Conoscevo anche il suo carattere privato».
LA CONFESSIONE. La Torre venne ucciso, come confessa esplicitamente il killer, «perché era diventato il nemico numero uno della mafia, il primo a capire che per sconfiggere Cosa Nostra era necessario colpire il suo impero finaziario. Ma l’impegno di Pio non venne mai meno, nemmeno quando si rese conto di essere entrato nel mirino dei mafiosi e di avere i gorni contati: ”Ora tocca a noi” è la frase che disse subito dopo il barbaro assassinio dell’amico Emanuele Macaluso». Nel film, che mescola immagini di repertorio a momenti di fiction, questi ultimi relativi all’infanzia vissuta in una famiglia di braccianti e la giovinezza di La Torre, intervengono anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il regista premio Oscar Giuseppe Tornatore. «Man mano che andavo avanti con le riprese», rivela Veltroni, «mi rendevo conto che stavo raccontando la storia di un eroe inconsapevole».
NOSTALGIA. Secondo Veltroni, il film racconta anche la storia del Pci e traccia il ritratto di una politica che non c’è più: «All’epoca di La Torre il Partito Comunista era una comunità di persone che condividevano sentimenti e ideali», afferma. Nostalgia per quel tempo? «Lo considero piuttosto l’indicazione di un modello possibile, caratterizzato più dagli ideali che dalle ideologie». Ma oggi vede «ancora tanta voglia d’impegno civile, anche se non c’è chi lo accende: un compito che spetterebbe alla politica, ma che la politica non sembra capace di assolvere perché, in nome dello spirito del tempo, appare più concentrata su sé stessa che sugli altri».
LA PIOVRA. E sembra che oggi la mafia sia sparita, forse agisce sommersa...«Come una piovra, ha in realtà allargato i suo tentacoli agli affari, alla finanza, agli appalti. Da realtà criminale locale, si è trasformata in potenza mondiale», ragiona Veltroni, «per batterla, bisogna recidere quei tentacoli».
LA FESTA. ”Ora tocca a noi” è stato presentato alla Festa di Roma che proprio Veltroni fondò 17 anni fa. «Volevamo che somigliasse all’identità della Capitale», spiega, «che nel cinema trova una importante connotazione industriale.

In tutto il mondo il cinema si identifica essenzialmente con due luoghi: Hollywood e Cinecittà. Volevamo anche che la Festa si facesse all’Auditorium costruito per essere la casa di tutte le culture. Oggi la Festa mi piace, corrisponde al modello cimmaginato alla sua nascita».

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