Alba Rohrwacher: «Sogno la commedia ma mi scelgono solo per ruoli estremi»

Alba Rohrwacher: «Sogno la commedia ma mi scelgono solo per ruoli estremi»
di Gloria Satta
3 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Marzo 2015, 06:32 - Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 17:28

Ha imparato l'albanese. Ha lavorato sulle montagne al confine con il Kosovo con il freddo, senza connessione internet, alle prese con una storia drammatica e un personaggio tra i più duri della sua carriera.

Luminosa ed emozionante sullo schermo quanto segreta nel privato, Alba Rohrwacher, 35 anni, l'attrice italiana più versatile e premiata, è la protagonista del film Vergine giurata, appena uscito nelle sale. Ispirato all'omonimo romanzo di Elvira Dones (pubblicato da Feltrinelli), è diretto dalla regista esordiente Laura Bispuri. Alba, viso di perla e corpo esilissimo e agile, è venuta in redazione a raccontarci la sua nuova sfida, i suoi sogni, i progetti.

Chi è la “vergine giurata”?

«Secondo una tradizione arcaica, le donne che nascono nella zona più remota dell'Albania non hanno nessun diritto.

E se vogliono conquistare la libertà e sfuggire ai matrimoni combinati, hanno due sole opzioni: o fuggono o s'impegnano alla castità e si vestono da uomo. Vengono allora chiamate vergini giurate».

Il suo personaggio, trasformato in un uomo, a un certo punto decide di riappropriarsi della femminilità...

«È vero, raggiunge la sorella in Italia e il suo viaggio corrisponde al percorso interiore che compie alla riscoperta di se stessa».

Qual è stata la più grande difficoltà?

«Sul set è stato tutto difficile ma, posso dirlo? anche divertente. Con Laura si era creata una bella atmosfera che ha reso le cose più piacevoli».

Ai ruoli estremi lei è abbonata: per la mamma vegana di “Hungry Hearts” ha vinto la Coppa Volpi a Venezia. È lei che va a cercarseli o sono i registi a proporglieli?

«Ciò che ti somiglia ti cerca. Interpretare dei personaggi non convenzionali è un po' una mia scelta, un po' una fortuna. Ma è sicuramente un caso che siano usciti a poca distanza due film, come Hungry Hearts e Vergine giurata, in cui interpreto i personaggi forse più estremi della mia carriera».

In quali altri film la rivedremo prossimamente?

«Ho girato L'ultimo vampiro con Marco Bellocchio e Il racconto dei racconti di Matteo Garrone. In Francia ho interpretato Taj Mahal, sull'attentato terroristico di Mumbai e attualmente sono sul set di Viva la sposa di Ascanio Celestini».

L'anno scorso era tra i protagonisti di “Le meraviglie” di sua sorella Alice, Gran Premio a Cannes. E' stata un'esperienza diversa dalle altre?

«Tra Alice e me c'è una familiarità immediata. Sul set, potevamo rischiare di imbatterci nelle dinamiche negative tipiche dei rapporti di sangue. Dove c'è grande amore c'è anche grande conflitto! Ma poi abbiamo lavorato in grande armonia. Sicuramente replicheremo».

Non è il suo caso, visto che lavora senza sosta, ma è vero che il cinema offre poche storie al femminile?

«È così. Sicuramente oggi è più facile imbattersi in ruoli maschili interessanti».

È vero, come ha denunciato Patricia Arquette durante la cerimonia degli Oscar, che anche nel cinema le donne sono meno pagate degli uomini?

«Verissimo! E io dall'Italia l'ho applaudita».

Perché è così restia a parlare del suo privato?

«Non amo rivelare la mia intimità. Tutto quello che ho da dire lo metto nelle interpretazioni».

Studiava medicina, poi è diventata attrice. Che posto occupa il lavoro nella sua vita?

«Un posto molto importante. Ne ho un rispetto sacrale. Sia nel cinema sia nel teatro io mi metto al servizio dei progetti, e li seguo fino in fondo a costo di combattere. Quando recito sto bene».

Cosa si augura per il futuro?

«Ho dei sogni, sì. Forse, dopo tanti ruoli drammatici, mi piacerebbe interpretare una commedia. Diciamolo, così sono tutti contenti...».