Gli 80 anni di Al Pacino: una leggenda sempre in pista

Al Pacino, 80 anni
di Gloria Satta
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Sabato 25 Aprile 2020, 18:23 - Ultimo aggiornamento: 18:26
Rifiutò di girare ”Taxi Driver”, lasciando il ruolo del protagonista a Robert De Niro, ma è diventato una star nell’iconica parte di Michael Corleone in Il Padrino 2. E’ stato legato a 11 attrici (tra cui Jill Clayburgh, Marthe Keller, Diane Keaton, Madonna) e ha avuto 3 figli, tuttavia non si è mai sposato. Ha interpretato ruoli granitici e lavorato con i maestri da Coppola a Lumet, Mann, Stone, Nolan, Soderbergh, Tarantino, Scorsese collezionando ben nove nomination all’Oscar. Ma la statuetta l’ha vinta nel 1993 per ”Scent of a Woman” il remake americano di ”Profumo di donna” di Dino Risi in cui aveva la parte di un cieco, forse il ruolo meno significativo della sua sfolgorante carriera.
STAR SYSTEM. Al Pacino compie 80 anni e il mondo intero lo festeggia: pochi attori, come lui che da un sessantennio continua a frequestare i set senza sosta, hanno incarnato la sua professione nel senso più alto del termine, mitico, definitivo. Esempio massimo del ”method actor”, cioè un interprete pronto ad immedesimarsi completamente nei suoi ruoli, negli anni Settanta ha rivoluzionato insieme con DeNiro (76) e Dustin Hoffman (81) i canoni interpretativi e lo stesso concetto di star system. I suoi personaggi (doppiati in italiano da Ferruccio Amendola prima, ora da Giancarlo Giannini) sono scolpiti nell’immaginario collettivo: Tony Montana - Scarface, Carlito Brigante, Frank Serpico, il rapinatore disperato di ”Quel pomeriggio di un giorno da cani”, il poliziotto di ”Heat – La sfida”, ”Lefty” in Donnie Brasco, l’allenatore di ”Ogni Maledetta Domenica”, il controverso sindacalista Jimmy Hoffa in ”The Irishman”. È stato persino Satana in ”L’avvocato del diavolo”. Ha abbracciato le serie tv, come il recente ”Hunters”. Nell’anno in corso, dovrebbe uscire il suo ultimo film ”Axis Sally” e aprirsi il set di ”King Lear” con la regia di Michael Radford che già aveva diretto l’attore in ”Il Mercante di Venezia” affidandogli il poderoso ruolo di Shylock. Nel 1994, alla Mostra di Venezia, Al Pacino ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera dalle mani di Gillo Pontecorvo.
ORIGINI SICILIANE. Sempre diviso tra teatro e cinema, nonni siciliani originari proprio di Corleone, l’attore è nato a East Harlem nel nord di Manhattan il 25 aprile 1940 ma è cresciuto nel Bronx da studente svogliato, ragazzo di strada, adolescente trasgressivo. Ha poi studiato recitazione presso il leggendario Actor’s Studio di Lee Strasberg (di cui oggi è presidente insieme a Ellen Burstyn e Harvey Keitel) e deve la sua formazione a tanti ruoli scespiriani, portati con successo sulle scene. Ex fumatore incallito, ex alcolista finito anche in carcere per il possesso illegale di armi, tra un’interpretazione cinematografica e l’altra Pacino ha trovato anche il tempo di fare il regista: ”Riccardo III - un uomo, un re”, ”Chinese Coffee”, ”Babbleonia”, ”Wild Salome” sono i film da lui diretti.
HOLLYWOOD. Single da un paio di mesi, da quando è finita la sua relazione con l’attrice israeliana Meital Dohan più giovane di lui di 39 anni, il mostro sacro Pacino continua a lavorare. «L'aereo della mia carriera non è ancora pronto ad atterrare», disse nel 2014 alla Mostra di Venezia dove aveva accompagnato ben due film, ”The Humbling” e ”Manglehorn”. «Amo troppo il mio lavoro, so da dove vengo e quanti sacrifici ho affrontato». Ricorda «con nostalgia e riconoscenza» il periodo dell’Actor’s Studio e della Hollywood di oggi afferma di non aver molto da dire: «Ho sempre lavorato a New York. A Hollywood le cose sono molto cambiate. Non siamo più ai tempi di Orson Welles, quando tra attori e registi circolavano entusiasmo e buone idee. Quello spirito si è perso, gli studios hanno capi e obbiettivi diversi. Non tutti i film sono da buttare, però: ho visto con i miei figli piccoli I guardiani della Galassia e mi sono divertito».
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