Maker Faire, dalla stazione Concordia in Antartide: studi per "salvare" i ghiacciai

Maker Faire, dalla stazione Concordia in Antartide: studi per "salvare" i ghiacciai
di Paolo Travisi
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Sabato 12 Dicembre 2020, 12:22

Maker Faire arriva fino in Antartide. La seconda giornata della più importante fiera europea dedicata all'innovazione, si apre con il collegamento con la base Concordia e con lo staff di ricercatori e tecnici che compongono la 36° Spedizione Italiana in Antartide per conoscere come vengono condotte le attività in un luogo così inospitale.

Temperature esterne che raggiungono -80°C, ma il team di Concordia si collega in t-shirt dall'interno della base, ovviamente riscaldata. Presenti nel collegamento con MF20, Christian Meganne, Angelo Domesi del Consiglio nazionale delle Ricerche, Rocco Ascione, station leader di Enea, Fabio Borgognoni (Enea), Rodolfo Canestrari (Inaf) e Laura Caiazzo (Università di Firenze).  

Al fine di mantenere l’Antartide unico continente Covid-free, è stata stabilita una quarantena rigida di almeno 14 giorni per tutto il personale prima di raggiungere le stazioni Mario Zucchelli e Concordia e la nave da ricerca Laura Bassi. La campagna estiva durerà 3 mesi. I ricercatori "spediti" in Antartide compiono una serie di attività e studi sul paleoclima, condotti con l'analisi delle carote di ghiaccio provenienti dalle perforazioni profonde della calotta glaciale (oltre 3000 m sotto la superficie), o le ricerche sui cambiamenti climatici e il loro impatto sull'ultimo luogo incontaminato del pianeta.

"Il progetto Ice Memory", spiega uno dei ricercatori italiani "ci porta in giro per i ghiacciai del mondo, come l'Himalaya, per prelevare carote di ghiaccio e portarle in Antardide per presevare questi campioni a futura memoria, quando avremo la tecnolopgia giusta per poterli analizzare, visto che domani i ghiacci polari spariranno. 

Per dare il buon esempio, la Concordia utilizza sistemi ad impatto zero sull'unico luogo del pianeta ancora incontaminato. Infatti la base si autosostiene perché isolata nel plateau Antartico, dove anche portare carburante è estremamente costoso e complesso perché proviene dalla costa. In Concordia non viene usata acqua da bere trasportata, ma prodotta in loco, si raccoglie il ghiaccio fuori dalla stazione, è filtrata e poi si beve. Inoltre tutta l'acqua prodotta è continuamente riciclata, viene usata per lavarsi, per la lavastoviglia, un riutilizzo quasi al 100% per non impattare sull'ecosistema.

Tra i tanti progetti in corso uno dei più rilevanti è Beyond EPICA Oldest Ice Core, finanziato dal programma di ricerca europeo Horizon 2020, della durata di 6 anni, intende perforare, raccogliere e analizzare il ghiaccio in Antartide per misurare il contenuto dei gas serra e ricostruire le temperature degli ultimi 1,5 milioni di anni, migliorando, al contempo, i modelli di previsione dei cambiamenti climatici futuri. Per fare questo, esperti glaciologi di 10 paesi Europei e 16 diversi istituti di ricerca hanno unito le forze sotto la guida di Carlo Barbante dell’Università Ca’ Foscari Venezia e ricercatore associato dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricercher per la programmazione e il coordinamento scientifico e dall’Enea per gli aspetti logistici.

Il precedente progetto EPICA (che si è concluso nel 2008) aveva recuperato e studiato una carota di ghiaccio di 800.000 anni di età. Beyond EPICA vuole andare oltre. Una nuova perforazione potrebbe fornire informazioni su importanti gas a effetto serra, come anidride carbonica e metano, durante la Transizione del Pleistocene Medio, avvenuta tra 900.000 e 1.2 milioni di anni fa. Perché questo cambiamento di variabilità sia avvenuto, è il mistero che il team di ricercatori vuole risolvere.

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