Maker Faire 2019, addio agli arti ingessati: le fratture si curano con il braccio bionico Nevermind

Fabrizio Granieri l'inventore di Nevermind (Agenzia Toiati/Foto Andrea Giannetti)
di Valentina Venturi
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Venerdì 18 Ottobre 2019, 16:16 - Ultimo aggiornamento: 16:22

La dedica sul gesso diventerà un lontano ricordo grazie a "Nevermind". Al Maker Faire 2019 è esposto un braccio bionico, realizzato in 3D, in grado di lasciarci totale libertà di movimento sia dopo una frattura che durante la convalescenza. In più un cip al suo interno comunica lo stato di salute della frattura al medico. L'ideatore è l'ingegnere Fabrizio Granieri, 49 anni: è lui che ha pensato al componente meccanico di nome Nevermind. «Il nome nasce perché non avremo più pensieri! - ricorda l’ingegnere al Padiglione 6 stand A21 - Non dobbiamo più preoccuparci per la riabilitazione e non siamo più invalidi dopo una frattura. Sostituiamo il gesso e cancelliamo il problema dell’accorciamento del tendine». Con un dispositivo vengono rilevati i dati e i movimenti che vengono inviati al server e al medico che in questo modo può capire come sta procedendo la riabilitazione. «La mobilità di flesso estensione e prono supinazione non ha limiti - conclude Granieri - si inizia a muovere il braccio senza alcuna limitazione. Una novità a livello mondiale».

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