Simona Izzo, regina delle curvy: «Ecco perché magrezza non fa rima con bellezza»

Simona Izzo, regina delle curvy: «Ecco perché magrezza non fa rima con bellezza»
di Valentina Tocchi
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Domenica 9 Novembre 2014, 19:10 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 01:24

“Se vuoi far sbandare un uomo e non hai le curve tirerà dritto”. È questo lo slogan che Simona Izzo, ormai testimonial ufficiale delle curvy italiane, ha inventato per il primo raduno del Curvy Pride che si è tenuto lo scorso 8 novembre a Bologna.

Ironica, sensuale, poliedrica, Simona è una donna vulcanica e generosa, non solo nell’anima ma anche nelle forme. E sono proprio le rotondità e le curve che Simona ha deciso di celebrare insieme ad un accettato sé stesse conquistandosi l’attenzione di stilisti e riviste di moda. D’altra parte chi meglio delle Izzo, che non aveva mai fatto mistero di aver frequentato dietologi per molti anni, poteva insegnare a convivere più che felicemente con il proprio destino “formoso”.

Certo che, se per tante donne il processo di accettazione della propria “curvytudine” è stato lungo e periglioso, nel caso di Simona Izzo ad accettare e celebrare le curve deve averla aiutata l’innamoratissimo marito Ricky Tognazzi. Un cuoco sopraffino per il quale Simona non deve affannarsi a dimagrire perché, come dice scherzosamente: «Di lei più ce n’è, meglio è».

Simona come è entrata a far parte del popolo delle curvy?

In modo molto divertente e naturale, visto che sono curvy da molto prima che il mondo si accorgesse di noi. Qualche mese fa sono stata contattata da Marianna Lo Preiato che avrebbe aperto il primo concept store per curvy a Bologna, e da lì ho scoperto un mondo di donne entusiaste, sensuali, gioiose e assolutamente immuni al fascino della taglia 42.

Cosa significa essere curvy?

Le curvy sono donne che hanno fatto pace con la propria fisicità, accettando di essere delle limousine e non delle citycar.

Fino a che taglia arrivano le curvy?

Diciamo che parliamo di persone che non superano la taglia 48.

Ovviamente questo non significa essere autorizzate a mangiare smodatamente o sconfinare nell’obesità. Il controllo del peso è comunque un elemento importante. Con la mia amica Stella Giorlandino abbiamo anche creato e pubblicizzato una onlus (la Artemisia onlus, n.d.r.) che, in alcuni giorni dell’anno, offre screening medici gratuiti alle donne e soprattutto alle nonne e ai nonni, che spesso curvy lo diventano con gli anni.

Non solo “curvy è bello” ma anche “curvy è sano”?

Ma certo. La curvy non è una donna che ha smesso di curarsi e volersi bene. Si è solo stancata di inseguire traguardi che, spesso, non ci fanno diventare neppure più affascinanti.

Molte donne sono cresciute pensando “magrezza mezza bellezza”…

È un falso mito. Pensiamo alle dive come Sophia Loren, Marylin. Le donne spesso sono più belle con qualche kg in più – quando è ben distribuito - che con qualche kg in meno Il mito della magrezza da modella, quella che negli anni 70 era rappresentata da Twiggy, ha portato tante ragazze a sottoporsi a diete e magari sviluppare dei disordini alimentari per raggiungere il peso ideale. Ma raggiungere la magrezza non significa diventare più belle.

Gli uomini preferiscono le curvy?

Dipende. Magari la moglie la vogliono “skinny” e l’amante la scelgono “curvy”, o viceversa. Comunque le forme di una donna non passano inosservate.

Suo marito, Ricky Tognazzi, sembra ormai essere “curvy addicted”. Amava le curvy anche prima di incontrarLa?

Assolutamente no. Io non sono il tipo fisico di mio marito. Diciamo che l’ho convinto ad apprezzare le mie curve.

E le donne preferiscono gli uomini curvy?

Personalmente li adoro. Ricky da ragazzo era alto e “magro”, ora per fortuna è curvy anche lui. In realtà a me gli uomini troppo magri non sono mai piaciuti, non mi viene voglia di abbracciarli. Mi sembra che un po’ di pancetta sia una proiezione verso il mondo e adoro chi riesce ad occupare “spazio scenico”. La sento come una manifestazione di forza.

Ha confessato di averci messo molto tempo per accettare il suo fisico formoso. Qual è stato il suo rapporto con i dietologi?

Il mio primo dietologo lo ho incontrato intorno ai diciassette anni, quando all’improvviso seni e fianchi esplosero. Di lì ne ho conosciuti molti altri con i quali ho inseguito il miraggio di cosce filiformi e caviglie ossute. In realtà già il mio primo fidanzatino del liceo mi diceva che avevo “fianchi materni”: all’epoca era un pugnalata sentirselo dire.

Quando ha accettato di essere una curvy?

Ad un certo punto ho capito che le mie curve sono il risultato del mio amore per la convivialità con gli amici, con la famiglia, mentre la magrezza mi ricorda episodi tristi. Quando mio padre stette male persi 10 kg in tre mesi, ma non ero affatto felice. Inoltre, andando avanti con l’età, molto meglio essere in carne e rischiare l’effetto “turgore” che dimagrire rischiando l’effetto “infeltrimento”, come quei maglioncini di cattiva qualità. E poi ho letto che le donne formose sono più orgasmiche (ride).

Da poco tempo la moda si dedica alle curvy. Qual è lo stile che preferisce per accompagnare le sue curve?

Sciarpe e parei sono gli alleati principali. Le curve vanno suggerite e non esibite troppo. Il monocolore poi è un grande alleato: vestire di un solo colore da capo a piedi snellisce anche se è un colore acceso, per esempio il giallo. Questo trucco sfata il mito che sia solo il nero a “snellire” la figura.

Lei ha una grande famiglia al femminile: le sue sorelle, le sue nipoti. Tutte curvy?

Mia nipote Myriam Catania (moglie di Luca Argentero, n.d.r.) è l’unica davvero filiforme per costituzione, mi sorella Giuppy lo è per forza di volontà. Le altre sono curvy ma ci tengono alla sana e corretta alimentazione.

Come fa a rimanere piacevolmente curvy e non sconfinare nel “troppo”?

Bisogna volersi bene e contare su qualche alleato. Ricky per esempio vigila su di me, se ingrasso troppo è il primo a dirmelo. Gli faccio una linguaccia ma poi lo ringrazio e provvedo. Cercare di essere in forma e curata per la mia famiglia è il motore che mi permette di non lasciarmi andare.

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