Keira Knightley non ci sta: «Basta Photoshop, non ritoccate più il mio seno»

Keira Knightley (alfemminile.com)
di Giacomo Perra
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Venerdì 7 Novembre 2014, 16:53 - Ultimo aggiornamento: 17:28

Tu chiamale se vuoi eccezioni. Quale altro nome si potrebbe dare, d’altronde, a un’attrice di Hollywood che fa la guerra a Photoshop?

Trovare una copertina non modificata al computer, infatti, è ormai come scovare il proverbiale ago nel pagliaio: praticamente impossibile. Non tutte le star, però, sono favorevoli al “trucco” e perciò complimenti vivissimi a Keira Knightley, ventinovenne interprete britannica dal talento e dal sex appeal innegabili, che di aiutini non ne vuole proprio sentire parlare. «Ho chiesto esplicitamente al direttore e alla redazione che non ritoccassero il mio seno. Non voglio che il mio corpo sia manipolato in alcun modo», ha rivelato l’attrice al “Times” riferendosi a un servizio fotografico, con topless incluso, pubblicato ad agosto sulla rivista “Interview”. «Ok, sono d’accordo nel fare certe fotografie di nudo ma a patto che non facciate il mio seno piu’ grande o lo ritocchiate. È molto importante dire che veramente non importa quali siano le tue forme».

La star di “Sognando Beckham” e “La maledizione della prima luna”, una nomination all’Oscar per “Orgoglio e pregiudizio”, tra l’altro, non si è mai lamentata del suo petto non particolarmente prosperoso.

Anzi, ne va orgogliosa, così tanto da andare su tutte le furie quando qualcuno decide di trasformare digitalmente il suo seno.

La prima volta successe nel 2004 in occasione dell’uscita del film “King Arthur”, nel cui poster promozionale il decolleté dell’attrice venne gonfiato ad arte, uno spiacevole episodio a cui ne sono seguiti purtroppo molti altri: “Ho visto il mio corpo manipolato talmente tante volte e per diverse ragioni”, ha spiegato la Knightley che ha parlato dei corpi delle donne come “ campi di battaglia”, non omettendo le responsabilità dei fotografi e di una società “troppo fotografica” in cui “è difficile vedere la varietà di forme che ci contraddistingue”. Un attacco in piena regola alle regole (sbagliate) dello star system hollywoodiano e alla dittatura dell’omologazione, insomma. Difficile darle torto.