Addio a Severino Santiapichi, il giudice dei casi Moro, Br e Agca

Addio a Severino Santiapichi, il giudice dei casi Moro, Br e Agca
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Sabato 17 Settembre 2016, 15:27 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 16:56
È morto nell'ospedale Maggiore di Modica, dove era ricoverato da qualche giorno, l'ex presidente di Cassazione Severino Santiapichi. Lo scorso maggio aveva compiuto 90 anni. È stato presidente della Corte d'assise nel processo agli esponenti delle Brigate Rosse sul sequestro Moro, e nel processo all'attentatore di papa Giovanni Paolo II, Ali Agca. La salma verrà trasferita nella sua città natale di Donnalucata, frazione marinara di Scicli, dove viveva.

Per oltre 50 anni in magistratura, Severino Santiapichi, siciliano di Scicli (Ragusa), per 20 alla guida della Corte d'Assise di Roma, ha visto il suo nome legato a processi che hanno avuto eco internazionale. Può essere definito come uno dei più profondi conoscitori della vicenda Moro per aver presieduto i processi principali celebrati sui fatti di via Fani. Stesso discorso per quanto riguarda l' attentato al Papa del 13 maggio 1981.

Iniziò nel 1952 come pretore a Lentini, non prima di aver fatto il cronista per alcuni quotidiani siciliani. Poi il trasferimento con lo stesso incarico a Augusta e quindi a Siracusa. Nel 1960 arrivò per lui la nomina a vice presidente della corte suprema della Somalia, incarico che mantenne per 7 anni. Una volta rientrato in Italia, il magistrato venne assegnato, come presidente di sezione, al tribunale di Roma dove si occupò in particolare di terrorismo. Fu alla guida della Corte di Assise di Roma nella ricostruzione del sequestro Moro, avvenuto il 9 maggio del 1978, e lungo il primo processo, svolto nell'aula bunker del Foro Italico, contro le Brigate Rosse, che rapirono e uccisero lo statista dopo aver assassinato la sua scorta: processo conclusosi con 32 ergastoli. Successivamente, negli anni Novanta, presiedette ancora la Corte d'Assise nei cosiddetti processi «Moro quater» e «Moro quinquies».

Il suo nome è anche legato al processo all'ex esponente dei «Lupi Grigi», al terrorista turco Ali A?ca, l' attentatore di Giovanni Paolo II. «Ali Agca è la persona più intelligente che abbia conosciuto. Aveva una capacità elettronica di modificare e di riaggiustare le versioni date e di renderle compatibili con la nuova», raccontò all'ANSA nel 2010, quando Agca venne liberato. Il suo collegio si pronunciò anche su altre vicende importanti di terrorismo, dall' attività dei Nuclei armati proletari a quello dei gruppi eversivi di destra. Nel 1985 la nomina a procuratore generale presso la corte di appello di Perugia. Raggiunto nel 1998 il pensionamento per limiti d'età, è stato consulente dell'assessorato all'Industria della Regione Sicilia, ha svolto attività in un ateneo ad Enna e ha scritto alcuni romanzi.

Nel 2008 è stato nominato dall'allora sindaco di Comiso (Ragusa) Pippo Digiacomo, garante delle procedure di selezione per le assunzioni dei lavoratori dell'aeroporto «Pio La Torre». Il giudice aveva già presieduto la commissione che si occupò dell'assegnazione dell'appalto per la realizzazione dell' infrastruttura nella ex base Nato ragusana che ancor prima era un aeroporto militare intitolato al generale di aviazione Vincenzo Magliocco. Di Santiapichi giornalisti, imputati e avvocati ricordano la severità ma anche il fatto che fosse un uomo molto comprensivo, disponibile al dialogo e censore di ogni violazione delle regole del dibattimento. Memorabili alcuni «scontri» dialettici sia con i pubblici ministeri di udienza, sia con gli avvocati che andavano «oltre il consentito».

Dopo il pensionamento per raggiunti limiti d'età, ha alternato l'attività di docente a contratto nell'Università Kore di Enna a quella di scrittore.
E proprio dall'Ateneo ennese arriva il cordoglio alla famiglia. «Tutta la comunità universitaria si stringe attorno ai familiari per la irreparabile perdita, che priva l'Italia intera di una figura di profonde virtù civiche, di straordinaria professionalità, di grande saggezza e di immensa umanità - si legge in una nota dell'Università - Per la Kore, per i suoi studenti e i suoi docenti e per gli organi di governo, che lo hanno apprezzato in tante sue manifestazioni tanto discrete quanto equilibrate ed efficaci, non sarà facile poterlo sostituire».
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