Quattro italiane ripartono dalla Savana e raggiungono il successo

Quattro italiane ripartono dalla Savana e raggiungono il successo
di Alessandro Di Giacomo
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Mercoledì 9 Settembre 2015, 01:38 - Ultimo aggiornamento: 10:46

Quattro storie di donne completamente diverse, quattro percorsi di vita fortemente differenti, ma un’unica destinazione: l’Africa. Tutte per motivi scollegati gli uni agli altri, per caso o per scelta, quattro donne italiane oggi si trovano nell’Africa dell’Est a diretto contatto con la natura e la vita della savana, erodendo un ruolo che nell’immaginario collettivo solitamente era riservato agli “uomini duri”.

“Quando il quotidiano L’Informazione di Reggio Emilia dichiarò lo stato di crisi per cui doveva agevolare l’uscita di alcuni giornalisti – racconta l’emiliana Stefania Rabotti, allora capo servizio della redazione sportiva - mi trovai senza lavoro. Dopo 25 anni di professione giornalistica dovevo quindi inventarmi una nuova vita”. Laureata in Etologia alla Facoltà di Scienze Naturali di Parma, Stefania inizia così a collaborare in Italia con l’Associazione Italiana Esperti d’Africa (AIEA), per poi seguire un corso di guida professionista per safari.

Dopo aver viaggiato in Namibia, Zimbawe, Sud Africa, Tanzania e Botswana, decide che il Kenya potrebbe essere la sua destinazione finale ed oggi fa parte di una famosa compagnia di safari. “Il giornalismo mi manca moltissimo, ma la vita deve continuare. Non posso dire di essermi fermata già di nuovo in Africa, ma certo oggi la savana potrebbe diventare il mio nuovo ufficio” e intanto lo è già per suo figlio Simone, ranger nella riserva Thornybush in Sud Africa.

Diversissima è l'esperienza di Cristina Cantini, torinese con un trascorso di agente immobiliare e, per molti anni, proprietaria di negozi per il tempo libero. Nel 2010 decide di seguire suo marito Davide Gremmo in Kenya nella gestione del Lualenyi Camp, realizzato nel 1991 dalla sua famiglia. Il Lualenyi Camp si trova nella conservancy adiacente lo Tsavo West National Park: oltre 430 kmq sui quali si deve garantire il rispetto della fauna e flora selvatica. Cristina è a fianco del marito nella cura di questa grande area naturale: "Per tutelare gli animali, ossia la wildlife, in Kenya esistono Parchi e Riserve nazionali e le Conservancy, ovvero ampie aree date in concessione ai privati.

La famiglia di Davide gestisce da decenni una delle più note di quest'ultime e, quando al mattino mi affaccio sullo scenario delle Taita Hills, posso assicurare che provo sempre una nuova ed intensa emozione". Dalla provincia di Viterbo, esattamente da Tuscania, arriva invece Luciana Franci, che aveva una agenzia di viaggi con cui organizzava vacanze in tutto il mondo per i suoi clienti. Da sempre affascinata dai nuovi orizzonti, l’Africa ha sempre avuto un posto di primo piano nei suoi pensieri. Dopo molto pensare, Luciana prende la sua decisione: si trasferisce in Kenya e diventa una guida professionista certificata dall’organizzazione sudafricana African Field Guide Association, a seguito anche di un corso AIEA, e poi fonda la sua company Passione Africa: “Un safari non è solo un giro in fuoristrada per le piste della savana, ma l’occasione per capire e conoscere questi luoghi”.

Suo figlio Renato vive a Dubai e lavora nella ristorazione ed è il suo migliore alleato in questa coraggiosa scelta. Sottolinea Franci: “Sono felice della mia nuova vita. Forse qualcuno può pensare che io sia stata coraggiosa, ma per me ho solo seguito la mia passione per realizzarmi al meglio”. Infine, Elisabetta Levis, probabilmente una delle più note guide professioniste donna della costa Est dell’Africa. Romana, nel 1992 arriva in Kenya per caso e sceglie di restare sull’Equatore affascinata giorno per giorno sempre più da queste latitudini, studiando e inpegnandosi a diventare una vera esperta della natura. Oggi fa parte dell’AFGA ed anche della Kenya Professional Safari Guide Association; inoltre, la sua Professional Trackers Safaris organizza avventure in tutta l’Africa, dove lei stessa è sempre sui fuoristrada con cui porta gli ospiti in luoghi affascinanti.

“L’Africa mi ha rapita, non potrei più lasciarla. Certo, da quando arrivai le cose sono molto cambiate, ma quando ci inoltriamo nel bush tutto si dimentica per lasciare posto all’appagamento che danno l’immensità di questi spazi e la vita selvaggia che li popola”. Stessa passione anche per suo figlio Tiziano, ranger nella Limpopo Field Guide Academy in Sud Africa, mentre sua figlia Simona è a Roma. Tutte le guide professioniste, inoltre, sono anche impegnate nella lotta contro Il bracconaggio, che uccide migliaia di esemplari di specie a rischio estinzione ogni anno.

“Quando siamo in savana - ricorda Levis - effettuiamo anche una sorta di pattugliamento del territorio, collaborando con il corpo nazionale del Kenya Wildlife Services per scongiurare il più possibile questa barbara attività illecita giustificata da motivazioni abiette. Non solo, ma siamo addestrate per individuare le trappole dei cacciatori di frodo e rimuoverle”.

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