Il tocco di Agnese e Michelle tra glamour e stile First Mum

Il tocco di Agnese e Michelle tra glamour e stile First Mum
di Maria Latella
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 19 Ottobre 2016, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 10:03
Perfida, Giorgia Meloni in un tweet l'ha definita «l'ultima cena di due presidenti in scadenza».
Si vedrà se, sul versante italiano, il referendum le darà ragione, ma quanto al versante americano è meglio che la Meloni si rassegni: né Barack Obama né tantomeno Michelle usciranno di scena. Anzi. Mentre per lui si annuncia un nuovo impegno a sostegno dei giovani afro-americani, a lei guardano tanti democratici, sperando che, un giorno o l'altro, Michelle ci ripensi, e finalmente accetti il suo destino di leader. E' stata una perfetta Mum in chief, perché non diventare commander in chief e farla finita? Perché, dicono i suoi amici di Chicago, la cosa semplicemente non le interessa.

SERVIZIO PERMANENTE
In ogni caso, e come sempre, è nei momenti di difficoltà che le first ladies - purché brave - vengono richiamate in servizio permanente effettivo. E' successo con Laura Bush, costretta a esporsi, lei cosi ritrosa, con viaggi e interviste nell'ultima difficile fase della presidenza del marito. E' successo con Michelle Obama, sempre al top nei sondaggi anche quando Barack sembrava meno popolare (ma finirà con l'essere rimpianto). Anche Agnese Landini, che nel primo anno di Matteo Renzi premier si vedeva di rado e sempre assai discretamente, negli ultimi dodici mesi ha guadagnato in visibilità e self-confidence. Fino al gesto, in verità molto Casa Bianca, del prendersi per mano scendendo dall'aereo a Washington. Una prima volta, per i coniugi Renzi, almeno a memoria di cronista.
E non c'è dubbio, quando sono brave le first ladies rastrellano, eccome, consensi a favore dei mariti. Si presentano come il diverso da loro, a volte conquistano pure gli avversari. Michelle, così autentica anche quando si commuove in pubblico e dunque diversissima dal supercontrollato presidente Obama. Agnese, cosi elegantemente low profile, a fronte di un Matteo Renzi che del basso profilo non è certamente un cultore.

Mese dopo mese, viaggio ufficiale dopo viaggio ufficiale, la professoressa Landini si è guadagnata spazio senza imporsi. Sa scendere con grazia dalla scaletta dell'aereo e ascolta gli inni nazionali senza mettere su una faccia compunta. Soprattutto, senza mettere la mano sul cuore quando è il momento di Stars and stripes, come invece si è visto fare alla inutilmente teatrale signora Benigni.

PERSONALITÀ
Agnese Landini ha una personalità e non ha bisogno di farlo sapere. Emerge, la sua, quando si tratta di dare un giudizio sulla condizione degli insegnanti. «Spero che questo rito penoso finisca. E' umiliante», disse nel 2015 mentre con tanti altri colleghi attendeva da ore l'assegnazione della cattedra (nel frattempo è diventata di ruolo). La personalità emerge anche nell'ormai indispensabile difesa dell'immagine da rotocalco. Con tenacia, e l'aiuto di una buona genetica, ha saputo coltivare l'immagine di quarantenne tonica, orgogliosa della sua taglia 42 (forse anche 40) proprio come Michelle è orgogliosa delle sue braccia a prova di telecamera.

Con sapienza professorale, qui una foto sulla spiaggia mentre in perfetto bikini Scervino gioca a pallavolo, là una foto in pizzo nero a un'anteprima a Firenze, Agnese Landini c'è sempre, sempre c'è stata e a questo punto sempre ci sarà. Sorridente, ogni volta un po' più disinvolta, senza mai essere diversa da sé. L'autenticità, insieme alla capacità di cambiare migliorandosi, è quel che ha in comune con Michelle. L'italiana non trascina le folle con discorsi talmente perfetti da scalare le classifiche di Youtube. Ma ha imparato a comunicare con la silenziosa presenza.

Di tutte le cose che i presidenti americani dicono ai premier italiani in visita alla Casa Bianca (e sono quasi sempre le stesse) questa ha certamente un sapore di verità. E' successo quando Barack Obama, accogliendo Renzi, gli ha detto: «Siamo fortunati, abbiamo sposato due donne fantastiche».