Erano già concentrate, la filosofia e la prassi di Tullio De Mauro, in quella Storia linguistica dell'Italia unita (1963), più volte ristampata, che è stata un caposaldo del pensiero linguistico novecentesco. Già lì l'attenzione portata ai fatti linguistici, nella loro dimensione e realizzazione sociale, non faceva da semplice anticamera all'abbandono di tutte le forme per far posto alle sostanze ma esigeva una preliminare capacità di guardare con intelligenza a norme e usi per distinguere strato da strato, contesto da contesto, comportamento da comportamento. Sarebbero poi venute, in anni difficili, le Dieci Tesi per l'educazione linguistica democratica (1975), frutto della vocazione di De Mauro alla valorizzazione della lingua, di ogni lingua, in quanto patrimonio collettivo.
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