Dakota Johnson, 50 sfumature di polemiche: sketch comico sull'Isis in tv

Dakota Johnson nello sketch (utsandiego.com)
di Giacomo Perra
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Marzo 2015, 11:05 - Ultimo aggiornamento: 16:48

Ancora al centro dell’attenzione. Questa volta, però, non c’entrano niente le scene hot e la partecipazione al film del momento, quel “Cinquanta sfumature di grigio” che sta sbancando i botteghini di tutto il mondo. Dakota Johnson, interprete femminile della pellicola tratta dal bestseller di E. L. James, è finita in un vortice di discussioni e polemiche a causa di uno sketch comico interpretato nello show televisivo “Saturday Night Live”.

Nel siparietto - una parodia di uno spot della “Toyota Camry” in cui un padre accompagna la figlia ad arruolarsi nell’esercito americano - la Johnson veste i panni di una ragazza pronta ad essere reclutata nei ranghi dello Stato Islamico e a partire per andare a combattere.

Condotta all’aeroporto dal papà, l’attore Taran Killam, abbastanza perplesso e preoccupato, la giovane, attorniata da guerriglieri armati fino ai denti, si rivolge all’uomo pregandolo di stare tranquillo perché “è solo l’Isis”. Il video, della durata di un minuto, si conclude con la richiesta del genitore ai terroristi affinché si prendano cura di sua figlia, invocazione raccolta da uno jihadista visibilmente commosso al grido di un poco rassicurante “Morte all’America”.

Sviluppato nel tipico stile ironico e irriverente del “Saturday Night Live”, programma che ha fatto la storia della comicità televisiva americana e che ha lanciato mattatori della risata del calibro di Dan Aykroyd, John Belushi, Bill Murray ed Eddie Murphy, lo sketch ha ottenuto consensi, tra i quali quello della madre della Johnson, Melanine Griffith, ma anche molte critiche, affidate inevitabilmente ai social network. Tra le tante spicca, su Twitter, quella di Steena Holmes, autrice di “Finding Emma”: “Dopo i recenti omicidi, perché Dakota Johnson crede che sia divertente?”. Alla scrittrice ha risposto, sempre con un “cinguettio”, Taran Killam, che ha difeso strenuamente la libertà di scherzare: “E’ la nostra arma più potente”.