Un Picasso a pezzi, la proposta choc della Cards Against Humanity: si vota per aggiudicarsi un brandello d'arte

Tete de faune, Picasso on the Laser by Max Temkin
di Luisa Mosello
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Mercoledì 30 Dicembre 2015, 22:17 - Ultimo aggiornamento: 2 Gennaio, 13:26

Picasso fatto a pezzi.  E’ la "proposta indecente", e provocatoria, di Cards Against Humanity la società americana che realizza il famoso gioco da tavola. Ovvero “Carte contro l’umanità” in cui i giocatori devono comporre la frase più dissacrante e divertente usando una serie di frasi e parole incluse in una serie di carte distribuite a caso.
 



L’ultima trovata di marketing virale usa lo stesso spirito estremo e chiede ai suoi clienti  di pronunciarsi sul destino di un capolavoro dell’arte mondiale: l’opera d’arte "Tête de Faune" di Picasso che la società aveva acquistato con i soldi dell’ultima campagna. Ai 150 mila sottoscrittori del programma di sconti per le feste lanciato l’anno scorso è stata fatta questa domanda:  volete donare il quadro a un museo oppure tagliarlo con il laser? In quest’ultimo caso la preziosa stampa lineografica realizzata nel 1962 dal genio spagnolo sarebbe fatta letteralmente a pezzettini, 150.000 per l’esattezza, come il numero delle persone che hanno partecipato alla sottoscrizione. Come dire: a ciascuno il suo brandello d’arte. Ovvero: se non è possibile avere tutta l’opera, almeno che se ne abbia una porzione… I giocatori, aspiranti collezionisti o mecenati possono votare sul web, fino alla mezzanotte di domani 31 dicembre.

Se la Tête de Faune non andrà nella collezione dell’Art Institute di Chicago, finirà a pezzi, spartita tra i votanti. Che potranno incorniciare la loro minuscola opera in salotto.
Con questa trovata la Cards Against Humanity, oltre a farsi pubblicità, intende lanciare una provocazione per “democratizzare” l’arte. Che spesso non è fruita sufficientemente dal pubblico. Basti pensare che, come rivelato dalla BBC.  delle 1221 opere di Pablo Picasso della collezione permanente del MoMA solo 24 possono essere ammirate dai visitatori del museo.
 

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