Altro che computer, viva le macchine per scrivere: a Cesenatico il raduno dei collezionisti

Esemplari di Olivetti Mp1, macchina per scrivere degli anni Trenta
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Venerdì 22 Aprile 2016, 17:42 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 15:56
La chiocciolina delle mail? C'era già nelle macchine per scrivere di fine Ottocento, usata nelle tastiere americane come abbreviazione di «at price of», ovvero «al prezzo di». È una delle curiosità offerte dal mega raduno di collezionisti che si terrà domani e domenica a Cesenatico. Tra gli stand, insieme alla macchina d'antan con il tastino, ci sarà anche un esemplare della Programma 101, il primo computer desktop al mondo prodotto dalla Olivetti nel 1965, ben 10 anni prima dell'Apple One di Steve Jobs. Abituati a incontri annuali tra super appassionati del genere, gli animatori dell'Associazione italiana collezionisti macchine per ufficio d'epoca quest'anno hanno accompagnato la rassegna (allestita nel Palazzo del Turismo) con un mercatino mostra-scambio oltre ad una serie di convegni. E coinvolgendo i negozianti della cittadina, che già da giorni ospitano nelle loro vetrine esemplari d'epoca di macchine da scrivere nonchè il manifesto di lancio della manifestazione.

In un libro scritto a quattro mani dal presidente e dal segretario dell'associazione, i collezionisti Domenico Scarzello e Cristiano Riciputi (
Macchine per scrivere. Uomini, storie e invenzioni dalle origini ai giorni nostri) si racconta come la paternità della prima macchina da scrivere sia italiana. Anche se è difficile attribuirla ad un solo uomo, perché di fatto si trattò di un concorso di idee. Tutto cominciò con Agostino Fantoni, un signore di Fivizzano (paesino in provincia di Massa Carrarai) che nel 1802 inventò un primo strumento di scrittura, poi perfezionato da un conoscente di famiglia, Pellegrino Turri. Trentacinque anni più tardi, correva l'anno 1837, un altro italiano, questa volta un piemontese, Giuseppe Ravizza di Novara, iniziò la costruzione di prototipi che poi perfezionò e portò anche ad esposizioni nazionali e mondiali, senza però trovare mai un finanziatore che gli permettesse la costruzione in serie. Anche lui comunque, potrebbe aver soffiato l'idea a Pietro Conti di Cilavegna (Pavia).

Passa altro tempo e nel 1864 a Parcines, vicino a Merano (allora impero austro-ungarico) il falegname Peter Mitterhofer costruisce 5 modelli di macchina per scrivere, due completamente in legno con caratteri a punte di aghi e tre con caratteri in metallo. Pure lui senza successo, purtroppo, perché non riesce ad ottenere attenzione dai consulenti dell'imperatore Francesco Giuseppe I. Anche se molti anni più tardi il suo paese natale gli renderà merito intitolandogli il Museo della macchina per scrivere aperto nel 1998 con più di 2000 oggetti dal prototipo del 1864 agli ultimi modelli degli anni '80 del Novecento. Alla fine sui tanti contendenti italiani prevale un americano, tale Cristopher LathamSholes che pare abba copiato la macchina di Ravizza dopo averla vista in una esposizione a Londra. Così negli Stati Uniti, nell'anno 1973, si iniziò la costruzione in serie.

Negli stand di Cesenatico, fra le tante macchine in mostra («oltre 40 pezzi tra i più curiosi e ricercati») ci saranno anche riproduzioni fedeli degli originali di un modello di Giuseppe Ravizza e di uno di Mitterhofer.
E ancora, l'ormai celeberrima macchina originale criptografica Enigma, quella che decise le sorti della Seconda Guerra Mondiale, riportata alle glorie un anno fa da
The Imitation Game, il film premio Oscar con Benedict Cumberbatch. Fra tutte, un posto d'onore per Programma 101, il pc della Olivetti prodotto nel 1965, che nell'occasione sarà accompagnato da uno dei suoi progettisti, il 74 enne Gastone Garziera, che racconterà la sua avventura con una relazione nel primo pomeriggio di sabato 23 aprile e poi la mattina del 24.
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