Cancro al seno, dagli Usa arriva il tatuatore: raccolta fondi per portarlo in Europa

Cancro al seno, dagli Usa arriva il tatuatore: raccolta fondi per portarlo in Europa
di Antonio Bonanata
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Lunedì 2 Febbraio 2015, 16:54 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 14:40
Vinnie Mayers, 52 anni, da Finksburg (Maryland), fa il tatuatore. Ma è un tatuatore molto speciale. I suoi clienti sono solo donne, e non per qualche sconosciuta discriminazione; Vinnie realizza tatuaggi in una parte del corpo che solo le donne hanno: il seno.

Vengono da tutto il mondo nel suo laboratorio, il “Little Vinnie Tatoos”, per farsi un tatuaggio terapeutico: sono donne a cui è stato diagnosticato un cancro alla mammella, fortunatamente sconfitto o in via di guarigione. Ci sono anche clienti che hanno subìto una mastectomia preventiva, ma per Vinnie non c’è differenza: lui accontenta tutte. E, a giudicare dai sorrisi durante e dopo la seduta, pare che siano soddisfatte.



Prendere un appuntamento per un tatuaggio sarà dura, la sua agenda è piena fino a giugno. E comincia anche ad essere richiesto fuori dagli Stati Uniti, per incontri, conferenze, laboratori, master class. Cova Saras, 33 anni, di Madrid, ha sconfitto un cancro alla mammella destra diagnosticatole nel 2013. Si è recata negli Stati Uniti per un tatuaggio da Vinnie e ora ha organizzato un crowdfunding per mettere insieme 10 mila euro con cui portarlo in Spagna, per far tatuare altre tre donne.



Il più grande tatuatore di seni del mondo sarà nella penisola iberica dal 22 al 25 febbraio. La campagna di raccolta fondi è stata chiamata «La ciliegina sulla torta» e il motivo lo spiega la stessa Cova: «Quando mi fu detto che ero malata – racconta – mi dissero che c’era la possibilità di ricostruire il seno, dopo le cure, l’operazione, le cicatrici. Io risposi che questo era come una ciliegina sulla torta, che ci avrei pensato al momento opportuno. Fatto il tatuaggio da Vinnie, ho pensato che sarebbe stato bello portarlo in Spagna, accostare il lavoro dei tatuatori a quello degli operatori sanitari; in qualche modo, infatti, anche le equipe di chirurgia plastica, gli infermieri e gli estetisti son sempre lì a tatuare».



Vinnie può arrivare a servire fino a otto donne in un giorno, i suoi ritmi di lavoro sono impegnativi. «Ci sono troppe malate di cancro» si lamenta lui. Ma preferirebbe andare contro i suoi stessi interessi piuttosto che avere sempre più clienti. Ha calcolato, infatti, di aver tatuato più di 4 mila seni, ovvero più di 4 mila donne malate: in un certo senso, un triste primato.



E ancora oggi continuano ad arrivare richieste dall’Alaska, dal Giappone, dal Sudafrica, dall’Arabia saudita. A leggere quello che scrivono sul registro dei visitatori, i tatuaggi di Vinnie contribuiscono a tornare a far sentire complete donne che prima non si reputavano tali, allontanando da sé l’idea della mutilazione, del taglio, della sconfitta. «La differenza è tremenda, entrano qui con lo sguardo che tradisce la loro sofferenza, perché si vedono incomplete; se ne vanno sentendosi intere. Si, senza dubbio ciò che mi dicono di più è che le faccio sentire complete».
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