La vicenda risale al 19 marzo del 2013. Stando alla denuncia sporta da Barbara D'Urso, Selvaggia Lucarelli, ospite del programma condotto da Andrea Scanzi, Reputescion, in onda su La3, avrebbe «dato vita ad un odioso siparietto orchestrato ad arte per svilire le doti umane e professionali» della conduttrice di Canale 5. La blogger infatti, durante la trasmissione, aveva rivolto diverse critiche alla presentatrice, affermando che «non ha le competenze, la capacità e lo spessore professionale per potersi dedicare ad argomenti seri e di attualità», spiegando anche che «non ha alcun contatto con la realtà, essendosi del tutto isolata nel suo mondo televisivo, ridotta a frequentare ormai soltanto il suo regista». Affermazioni che non sono affatto piaciute alla star del piccolo schermo che ieri, durante l'udienza preliminare, ha ribadito come quelle frasi abbiano leso la sua dignità professionale e di donna.
Così, dopo l'opposizione alla richiesta di archiviazione, il giudice per l'udienza preliminare deciderà nei prossimi giorni se rinviare o meno a giudizio la blogger. «Confidiamo in un risultato processuale positivo» ha affermato Salvatore Pino, legale della D'Urso.
Una battaglia, quella tra le due signore, combattuta in diversi tribunali italiani. Nel 2012 infatti, Barbara D'Urso denunciò la Lucarelli presso la procura di Civitavecchia. In quel caso l'indagata, rispondendo ad un tweet postato da un suo fan, aveva paragonato l'età della D'Urso a quella degli ulivi secolari. Nell'attuale denuncia infatti, la presentatrice ha definito quel momento come l'inizio di una «radicata avversione» esternata attraverso i media e i social network. Non è la prima volta che Selvaggia Lucarelli è costretta a frequentare le aule del tribunale di piazzale Clodio. Circa un anno fa infatti, la donna aveva denunciato il suo ex marito, Laerte Pappalardo, per inadempienza verso gli obblighi di assistenza familiare dovuti al figlio. In quell'occasione accusò anche Adriano Pappalardo che, stando alla sua denuncia, l'avrebbe ingiuriata.
La vicenda però venne archiviata. A trascinare invece la Lucarelli in un vero processo penale furono le sue affermazioni nei confronti dell'ex Miss Lazio Alessia Mancini, etichettata, durante la settantunesima edizione di Miss Italia, come un transessuale.
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