Se il fenomeno è esploso in tutto il mondo da oltre 5 anni, in Italia aveva più che altro preso piede la formula del Social Eating, che significa trasformare casa propria in una specie di ristorante in cui accogliere persone che con la scusa della tavola sono alla ricerca di nuove amicizie, oppure quei turisti che intendono vivere una food experience davvero tipica, cioè autentica.
REGOLE
In attesa di una normativa (fiscale e di igiene) della materia (qualche anno fa ci fu Gnammo che mise in piedi una sorta di autoregolamentazione, in risposta alle proteste di varie associazioni di categoria), anche l'Italia sta aprendosi al reale Food sharing che può semplicemente consistere nella condivisione di una materia prima portata a casa da un luogo lontano oppure della porzione di un piatto fatto in casa: «Quando mio figlio torna da Rotterdam, mia moglie per fare festa gli cucina le lasagne, la sua specialità. Ogni volta avanzano degli ingredienti, così prepara un'altra teglia che viene poi surgelata. Un giorno mi sono chiesto: perché non trovare il modo di condividere subito questa prelibatezza, magari coi vicini di casa? Babette www.babette.world è nata così», racconta il fondatore, Alessandro Calvo.
Il sito che paga tributo cinematografico a Il pranzo di Babette non prevede al momento alcuna forma di contributo economico («Noi stiamo alla finestra, abbiamo solo messo a disposizione una piazza virtuale»): così Babette è chi cucina e Babeater è chi mangia; in più Babette, avendo creato una comunità di amanti della tavola in sé e per sé, cioè al di là di ogni performance, permetterà la nascita di alcune tribù con dei credo gastronomici particolari, dai vegetariani ai vegani a coloro che combattono gli sprechi, oppure altre unite dall'amore per un certo tipo di cucina da quella etnica alla sperimentazione o da alcune limitazioni fisiche, tipo la celiachia o altre forme d'intolleranza alimentare.
Pure The fork, il più noto sito di prenotazioni online, nello stilare un elenco di ristoranti gourmet denominato Insider ha dato prevalenza al pensiero della gente (cioè a Tripadvisor) rispetto a quello pur considerato delle maggiori guide gastronomiche, ed ecco perché anche Babette contiene uno spazio per le cosiddette recensioni popolari per, come dice Calvo, «contribuire alla creazione di un mondo regolato dalla fiducia reciproca».
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