InGalera, quando il gusto è dietro alle sbarre: ecco il ristorante del carcere di Bollate

InGalera, quando il gusto è dietro alle sbarre: ecco il ristorante del carcere di Bollate
di Luisa Mosello
2 Minuti di Lettura
Sabato 26 Dicembre 2015, 11:56 - Ultimo aggiornamento: 27 Dicembre, 16:17

Cenone in galera. Perché no… se il ristorante si trova in un carcere nel Milanese, a Bollate, ma è aperto a tutti e offre piatti di qualità. Primo e unico esempio di ristorazione galeotta in Italia, il nome di questo luogo spalancato ai piaceri del palato dice tutto: “InGalera”. Perché a lavorarci in cucina e in sala sono proprio i detenuti di quello che quello che Lucia Castellano, la direttrice della Casa di Reclusione Milano II, più noto come carcere di Bollate,  definì «non un carcere modello, ma carcere come il carcere dovrebbe essere”. Ovvero un posto dove si punta alla rieducazione e il reinserimento nel tessuto sociale dei condannati.

Non a caso qui ci sono diverse attività di recupero come quelle nella scuola alberghiera che ha sfornato cuochi e pasticceri d’eccellenza e ha realizzato centinaia di servizi di catering attraverso una cooperativa che impiega detenuti abilitati al lavoro esterno. La stessa che ha avuto l’idea di creare questo nuovo ristorante dentro la casa circondariale, aperto tutti i giorni, meno la domenica,  a pranzo e a cena dalle 12,15 alle 14 e dalle 19,30 alle 22. Gli orari in cui i detenuti, regolarmente assunti, sono autorizzati a lavorare fuori dall’area di carcerazione. Solo la direzione è di uno chef “esterno”, ovvero Ivan Manzo.
La prenotazione è obbligatoria al numero 334 3081189 (www.ingalera.it).

I menu in degustazione propongono diverse alternative, di carne, a base di pesce e vegetariano. Qualche esempio? Pappardelle di castagne, scaloppa di branzino in crosta verde,tamburello di pesce spada padellato al timo, rollè di salmone marinato all’aneto. L’ambiente è sobrio ma per nulla freddo, alle pareti campeggiano manifesti di celebri film di ambientazione carceraria, e si respira un’aria comunque di speranza. In un futuro oltre le sbarre, di ogni genere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA