Secondo gli esperti, questa specie di rospi in Asia ha avuto vita più difficile perché i predatori, col tempo, si sono evoluti per resistere alla loro pelle velenosa: ma il Madagascar è un’isola, e per i predatori (che vanno dai cinghiali ai ratti a gabbiani, volpi e corvi) potrebbe essere più difficile.
La conferma arriva da uno studio internazionale condotto da esperti della Bangor University, della School of Tropical Medicine di Liverpool, dell’Università di Braunschweig e dei musei di storia naturale di Monaco, Stoccarda e Torino. Analizzando i geni di serpenti, lucertole, rane, mammiferi e uccelli che potrebbero potenzialmente nutrirsi dei rospi, hanno trovato solo un animale in grado di resistere alla tossina: un particolare tipo di roditore, della famiglia dei Brachytarsomys.
Peraltro l’ingresso di questi rospi non è avvenuto per caso, ma appositamente per nutrirsi degli insetti che si nutrono di canna da zucchero, il che scarica la responsabilità di questo potenziale disastro sugli stessi ricercatori. “I nostri risultati confermano come questi rospi invasivi possano avere un impatto significativo sull’ecosistema, mettendo in pericolo potenzialmente molte delle specie animali che si trovano in Madagascar”, ha detto Nicholas Casewell, della Liverpool Shool of Tropical Medicine.
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