Sequestrate otto tonnellate di pinne di squalo, avrebbero fruttato milioni di euro

anche i grandi squali bianchi sono vittime dello shark finning (foto di Remo Sabatini)
di Remo Sabatini
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 5 Settembre 2018, 19:41 - Ultimo aggiornamento: 20:48
Otto tonnellate di pinne di squalo sono state sequestrate in India. Il maxi sequestro, che avrebbe fruttato milioni di euro, ad opera dell'Agenzia delle Entrate Indiane ed è stato seguito dall'arresto di quattro pesrone dedite alla pesca ed al traffico illegali. Il contrabbando, sventato dalle autorità, è avvenuto prima che le centinaia di migilaia di pinne, potessero essere immesse sui mercati esteri di Cina, Hong Kong e Vietnam, dove sono molto apprezzate dalla cucina locale, tanto da essere vendute a peso d'oro. Una zuppa di pinne di pescecane, infatti, può arrivare a toccare i 150 dollari per porzione.

La notizia, diffusa dal quotidiano The Hindu, ha significato un duro colpo per le mafie locali che controllano il traffico delle pinne di squalo nei Paesi Orientali. La barbara tecnica, usata da pescatori senza scrupoli e alla ricerca di facili guadagni, è sempre la stessa e prevede che gli squali, di qualunque specie essi siano, vengano tirati sulle imbarcazioni. Una volta sul ponte, lame affilate e mani esperte, provvedono a tagliare loro le pinne. Il tutto, con gli animali ancora vivi. Una volta "spinnati", anche della coda, gli squali vengono semplicemente, ributtati in mare dove li attende una fine lunga e dolorosa fino a quando, impossibilitati a muoversi, annegano. Il Ministero delle Finanze indiane, dal 2015, vieta l'esportazione di pinne di squalo, dopo aver aderito alla Convenzione internazionale sul commercio per la protezione di specie in pericolo di estinzione. Sono calcolati in quasi 100 milioni gli squali che, ogni anno, rimangono vittima dello shark finning. Un numero incredibile e non sostenibile che sta facendo scomparire molte specie di squali dai mari e dagli oceani di tutto il pianeta.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA