L'oggetto del contendere è ancora lei, Peppina, l'orsa Peppina: un esemplare confidente come si definisce in gergo, che da qualche giorno è tornato a frequentare la zona antropizzata che separa il Parco nazionale della Majella, da quello d'Abruzzo, Lazio e Molise. Un corridoio naturalistico, nel quale sorge anche la Riserva naturale del Monte Genzana, ma dove si trovano anche numerose case di privati, molte con pollaio annesso. Un invito a cena per Peppina che, ora, come immortalata anche da alcune foto e riprese video, è tornata a frequentare la zona insieme a tre preziosi cuccioli, facendo qualche giorno fa una strage di consigli e galline. Il ritorno di Peppina, in realtà, è stato salutato con grande entusiasmo dagli ambientalisti, soprattutto per la prole al seguito, ma ha riacceso le proteste di chi gli orsi non vuole vederli. Soprattutto nel suo orto: «Perché poi le spese e i danni chi li paga - chiede Domenico Ventresca, promotore del comitato dei residenti -. Non siamo nel territorio né dei Parchi, né della Riserva e non capisco perché gli allevatori dovrebbero munirsi di porte rinforzate».
LA RISPOSTA
A rispondergli per le rime, però, sono il direttore della Riserva e le associazioni ambientaliste che, con tanto di documentazione fotografica, ricordano come lo stesso Ventresca fu rifornito di cancelli rinforzati e reti elettrificate tre anni fa dalla stessa Riserva. Insomma lui almeno non ha pagato. In più c'è, soprattutto, una legge regionale approvata un paio di anni fa e con la quale la Regione si fa carico delle spese di installazione di reti elettrificate e cancelli rinforzati a chiunque ne faccia richiesta, anche se si trova fuori dai confini delle aree protette. «Polemica inutile e strumentale - spiega Mimì D'Aurora, dell'associazione Dalla parte dell'orso - in quattro anni abbiamo montato personalmente oltre cento reti elettrificate e le segnalazioni di danni sono pochissime. La nostra è una comunità che rispetta la natura e che ha imparato a conviverci, cercando di governare gli inevitabili disagi che possono derivare dallo starci così a stretto contatto».
Tanto stretto che non è raro che gli orsi facciano di sera visita in paese tra vicoli e cortili. Tant'è che con il ritorno di Peppina, il sindaco di Pettorano sul Gizio, Antonio Franciosa, si è affrettato a fare un'ordinanza con la quale impone il divieto di scattare fotografie, di illuminare l'orso o di avvicinarcisi per più di cento metri in qualsiasi modo. Insomma lasciate Peppina in pace e se fa qualche danno, poco male: qualcuno, siano essi i Parchi o la Regione, pagherà. «Gli orsi non attaccano l'uomo, ma è bene non avvicinarsi perché si tratta di animali selvatici - spiega e sfata alcuni miti il direttore della Riserva, Antonio Di Croce -. Non è assolutamente vero che si avvicinano alle case perché non trovano da mangiare in montagna: le motivazioni sono diverse e molto più complesse come noto ai faunisti. E per i pericoli sulla strada stiamo attivando, tra gli altri, un sistema innovativo, il Safe-Cross, che rivela la presenza di fauna in attraversamento e che riduce gli incidenti del 100%».
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