Scoperte nove teste di coccodrillo in tombe di 4000 anni fa. «Avvolte nel lino senza mummificazione»

Le sepolture appartengono a due funzionari di alto rango del regno del faraone Nebhepetra Mentuhotep II

L'interno di una tomba nella Necropoli di Tebe dove sono state trovate le teste di coccodrillo
di Laura Larcan
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Mercoledì 4 Gennaio 2023, 13:05

Gli archeologi lo definiscono già come «un mistero». Un corredo unico («insolito e rarissimo») per due tombe egizie. Si tratta di nove teste di coccodrillo di grandi dimensioni, risalenti ad oltre 4000 anni fa, accuratamente avvolte in panni di lino e deposte senza alcuna forma di conservazione. Nessun processo di mummificazione, insomma. Siamo al cospetto di due tombe aristocratiche rinvenute nella necropoli di Tebe, sito che si estende sulla riva occidentale del Nilo, nell’Alto Egitto, presso le città di Luxor e Karnak.

Scoperte nove teste di coccodrillo in tombe di 4000 anni fa: «Avvolte nel lino senza mummificazione»

Nel dettaglio, si tratta della necropoli di El-Asassif, appena a ovest della strada rialzata che conduce al tempio funerario di Hatshepsut. La scoperta è frutto di più campagne di scavi condotte, ormai dal 2013, dall’équipe di ricercatori polacchi del Centro di archeologia mediterranea dell’Università di Varsavia, guidata dal professore Patryk Chudzik. La particolare scoperta è stata presentata in un articolo pubblicato a fine dicembre sul Journal of African Archaeology, e ora sta calamitando l’attenzione mediatica internazionale.

Quello che si sono trovati di fronte gli archeologi è l’insolita meticolosa deposizione di frammenti di cranio e mandibole, a ricomporre nove teste di animali, all’interno di due tombe appartenenti a funzionari di alto rango.

Una presenza particolare ricollegata, sembra, ad un rito funerario. Legate probabilmente ai proprietari delle tombe, forse alle funzioni che avevano in vita (sacerdoti?).

I PROPRIETARI DELLE TOMBE

Uno è stato identificato come “Cheti”, dignitario di corte vissuto durante il regno del faraone Nebhepetra Mentuhotep II (che regnò dal 2055 al 2002 a.C., e noto per aver riunito l’Egitto dopo l’oscuro Primo Periodo Intermedio, quando gran parte del paese era diviso). L’altro resta anonimo, ma comunque riconosciuto come un alto-membro di status che ha prestato servizio presso la corte reale. All’interno delle due tombe, gli archeologi hanno rinvenuto le teste di nove coccodrilli avvolte in tessuto, che non sono state né mummificate né sottoposte a trattamenti speciali per la conservazione. Nove crani di coccodrillo, della specie Crocodylus niloticus, di grandi dimensioni originaria degli habitat d’acqua dolce dell’Egitto, una specie che vive ancora oggi nel fiume Nilo.

«SOLO LE TESTE»

In un’intervista rilasciata a Newsweek, Patryk Chudzik spiega che «questa è una scoperta completamente insolita e la prima del suo genere nella storia della ricerca in Egitto. Sappiamo di molte mummie di coccodrilli che sono state trovate lungo il Nilo. Sono tutte mummie di coccodrilli interi che sono state depositate in catacombe appositamente preparate di animali sacri, in questo caso coccodrilli o animali sacri del dio Sobek». Ma il caso di El-Asassif appare diverso agli occhi degli studiosi: «In primo luogo, solo le teste e non i corpi interi di questi rettili del Nilo sono stati depositati nelle tombe dove lavoriamo - commenta il professore Chudzik - In secondo luogo, non sono stati mummificati ma solo avvolti nel lino e c’è una differenza significativa in questo, poiché non sono stati usati conservanti. Infine, i resti sono stati trovati nelle tombe degli umani, non nelle catacombe di animali sacri».

IL CULTO DEL COCCODRILLO

Come riporta il sito dell’HeritageDaily, sono sopravvissuti solo frammenti di cranio e mandibole probabilmente a causa di precedenti scavi condotti un secolo fa da Herbert Winlock, con il Metropolitan Museum of Art: «I ricercatori dell’epoca prestavano pochissima attenzione ai resti di animali e li scaricavano in un mucchio». Quello che è sicuro è che nell’antico Egitto, i coccodrilli erano oggetto di culto nella forma del dio Sobek, associato al coccodrillo del Nilo o al coccodrillo dell’Africa occidentale, rappresentato in una vera forma di coccodrillo o come un essere umano con una testa di coccodrillo. «Sobek era anche associato al potere faraonico, alla fertilità e al valore militare, ma serviva anche come divinità protettrice con qualità apotropaiche, invocata soprattutto per proteggersi dai pericoli presentati dal Nilo».

Sempre nell’intervista a Newsweek, il professore Chudzik sottolinea che «i proprietari delle tombe erano i più importanti funzionari della corte reale». E annuncia: «Durante la scorsa stagione, poche settimane fa, abbiamo trovato i resti di mandibole di coccodrillo in un’altra tomba. Anch’essa apparteneva a un importante funzionario, per cui si può già lentamente parlare di un fenomeno fino ad allora del tutto sconosciuto».

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