Roberto Burioni cita Mario Brega: «Il vaccino? Semplicissimo. Ma la mano po esse' fero e po esse' piuma»

Roberto Burioni cita Mario Brega: «Il vaccino? Semplicissimo. Ma la mano po esse' fero e po esse' piuma»
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Sabato 2 Gennaio 2021, 11:53 - Ultimo aggiornamento: 11:59

Inoculare il vaccino anti-Covid non è più complicato di somministrare un qualunque altro siero. Fa male? Se per male si intendono le possibile reazioni avverse la risposta, certificata dai più autorevoli enti regolatori del mondo (dalla Fda americana all'Ema europea) è sostanzialmente "no". Quanto al piccolo dolore che può causare qualsiasi puntura, beh, dipende dal tocco del "vaccinista". Perché la mano, come diceva un mitologico Mario Brega, «po esse' fero e po esse' piuma».

La citazione non è casuale: a farla, in uno dei suoi ricorrenti slanci pop, è Roberto Burioni che, non a caso, è il più popolare tra i virologi italiani.

Non solo scienziato, ma ormai volto tv con presenza fissa settimanale su Rai3, a Che tempo che fa. «Vaccinare è semplicissimo - ha scritto sul suo profilo Twitter - Si prende una fiala, si aggiungono 1,8 ml con una siringa da 2 ml, si inverte la fiala 10 volte, si prendono 0,3 ml con una siringa da 1 ml e si fa una iniezione intramuscolare nella spalla. Con una mano che può esse fero o esse piuma». 

A corredo, immancabile, la scena cult del film cult con tre attori cult: i 20 secondi di Bianco rosso e verdone in cui Er Principe (Mario Brega) fa una puntura da maestro a Nonna Teresa (la sora Lella, Elena Fabrizi), sotto gli occhi del goffo e ingenuo nipote Mimmo (Carlo Verdone). «Ma insomma! Me la fa o nun me la fa st'iniezione?!», chiede spazientita Nonna teresa. «A' signó - risponde er Principe - è fatta. Je l'ho fattaa!». «T'ha fatto male?», piagnucola il nipote. Ed ecco la risposta diventata proverbio: «A' giovano' 'sta mano po' esse fero e po' esse piuma. Oggi è stata 'na piuma. Tiè!».

Chi era Mario Brega

Morto nel 1994, all'età di 71 anni, colpito da un infarto nella sua casa del quartiere Marconi, Florestano "Mario" Brega sopravvive nel Pantheon della romanità grazie ai suoi personaggi minori ma indelebili. Brega recitò accanto ai grandissimi: braccio destro di Gianmaria Volontè in “Per qualche dollaro in più” o gangster incaricato di uccidere Robert De Niro in “C’era una volta in America”. Non c'è dubbio, però, che il grosso della popolarità arrivò con Verdone a cui lo presentò proprio Sergio Leone. E la scena della puntura a Nonna Teresa è forse tra le più universalmente amate. Non è certo l'unica, però. Come dimenticarlo nei panni del droghiere Augusto in “Borotalco” o in quelli del padre di Ruggero/Verdone in "Un sacco bello." In quel caso la battuta fulminante non era neanche nel copione. «Fascio!», le grida contro Fiorenza, la fidanzata del figlio hippie. E lui: «Io fascio? So comunista così!».

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