Animali fantastici a Pompei, con oltre duemila anni di storia. Magari non del tutto bizzarri e stravaganti come quelli creati dalla fantasia di J. K. Rowling, ma quantomeno inaspettati. E' il caso di una tartaruga, conservata intatta negli strati di terra, con tanto di carapace e un uovo che non è riuscita a deporre forse travolta dagli smottamenti del terremoto del 62 d.C. Fatto sta che la piccola testuggine si era introdotta in una bottega in pieno centro della città vesuviana, si era scavata una tana dove deporre l'uovo, ma non c'è riuscita. E qui ha trovato la morte. Cristallizzata per due millenni è riaffiorata ora intatta a mezzo metro di profondità sotto il pavimento in terra battuta di una bottega della centralissima Via dell'Abbondanza. A pochi passi dal via vai dei turisti tornati in forza nel sito archeologico.
Pompei, riaffiora tartaruga di duemila anni con il suo uovo: la tana sotto una bottega
Passo Corese, dagli scavi riemerge una fattoria di epoca romana / Le foto
La notizia è stata divulgata oggi, nel corso degli scavi condotti dal parco archeologico guidato da Gabriel Zuchtriegel con l'Università Orientale di Napoli, la Freie Universitat di Berlino e l'università di Oxford.
LA MORTE
«La testuggine si era evidentemente introdotta nella taberna e lì, in un angolo protetto, si era scavata una tana dove deporre il suo uovo - osserva l'antropologa Valeria Amoretti - cosa che non le è riuscita e che potrebbe averne causato la morte». «Pompei è uno scrigno di storia che affascina il mondo», applaude il ministro della cultura Dario Franceschini. Le ricerche ora proseguiranno in laboratorio, ma intanto, con l'aiuto sul campo degli studenti dell'università napoletana, stanno tornando alla luce pavimenti e decorazioni della magnifica casa che in origine occupava quegli spazi.
Scoperta la nave Endurance perduta di Shackleton: affondò 107 anni fa tra i ghiacci dell'Antartide
LA DIMORA
Una dimora di assoluto pregio, sottolineano Marco Giglio dell'Orientale e Monika Trumper dell'Università di Berlino, che tra saloni e cortili si estendeva per oltre 900 metri quadrati in un quartiere centralissimo della città. Con tappeti di mosaico che per la loro complessità e bellezza, fanno notare i professori, possono essere paragonati a quelli della Villa dei Misteri o della Casa di Cerere, resi preziosi da disegni raffinati e rari che in alcuni casi riproducono le meraviglie dell'architettura romana, come il lungo acquedotto apparso sul pavimento del tablinio. Il proprietario? Forse un alto ufficiale dell'esercito o magari un pompeiano che aveva fatto il tifo per Silla? «Di certo un personaggio eminente della vita pompeiana». Di più ora non si può dire, speriamo nella prossima campagna di scavi, nel 2023, di capirne di più.